Speciale Dylan Dog 30: La fine è il mio inizio, la recensione
Torna lo Speciale di Dylan Dog con il secondo capitolo della saga del Pianeta dei Morti di Alessandro Bilotta: La fine è il mio inizio
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Chi ha già letto il precedente La casa delle memorie sa che il mondo in cui si muove l'ex Indagatore dell'Incubo è una dimensione alternativa dove gli zombie sono un problema quotidiano da affrontare e in cui il paziente zero - colui che ha scatenato la forma più evoluta del morbo che riporta in morti in vita - è (era) l'inseparabile compagno del protagonista: Groucho. Ma questa non è l'unica minaccia: un facoltoso e affascinante architetto - forse un benefattore, forse un folle - ha creato e sta ora ampliando un'isola felice. Werner, questo il suo nome, ha ideato una sorta di oasi idilliaca volta a chiudere fuori l'orrore che imperversa per le strade, ricostruendo una città in cui chi lo desidera può vivere in pace, dimenticando il proprio passato per ricostruirsi un nuovo presente.
Alessandro Bilotta riprende soggetti innovativi come quello cinematografico del Truman Show di Peter Weir o intramontabili come quello di Ulisse nell'isola di Circe dell'Odissea di Omero e li rimodella, reinterpreta e ricuce ad hoc per le sue necessità narrative, concludendo con un finale che lascerà piacevolmente sbalorditi tutti i fan di lunga data, quelli della prima ora di L'Alba dei morti viventi.