Speciale Dampyr 12: La porta dell'Inferno, la recensione
Lo Speciale Dampyr, intitolato La porta dell'Inferno, ci regala un viaggio eclatante nell'oltretomba della Divina Commedia di Dante Alighieri
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Nel misterioso e variegato Multiverso Dampyriano possono esistere anche realtà e dimensioni scaturite dalla fantasia di un poeta oltre che a quelli di romanzieri come Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft. In tal caso parliamo del nostro sommo vate Dante Alighieri e del suo Inferno che non può che avere la “i” maiuscola.
Fanno parte dell'avventura anche l'incantevole Tesla e l'irresistibile Nikolaus, decisivi per le sorti della vicenda. Ma non vogliamo togliervi il piacere di sfogliare e godervi questa trama strutturata con sapienza ed eruzione dal suo sceneggiatore che palesa con disinvoltura una certa familiarità verso la creatura degli amici e colleghi Mauro Boselli e Maurizio Colombo. Stesso effetto sortisce alle matite Fabrizio Longo, il quale ci regala squarci cupi e maestosi dei gironi danteschi, incarnazioni ricche e possenti dei suoi abitanti, rielaborando con notevole personalità l'iconografia precedente, quella che ha il suo apice in Gustave Doré.
Pensavamo finora che l'Inferno di Dante avrebbe smesso di angosciarci dimenticate le interrogazioni e finite le scuole. Ci sbagliavamo: Malebolge e dintorni possono ancora rappresentare un incubo, come pure l'occasione per godersi un'incredibile esperienza horror.