Speciale Brendon 14: Ritorno al regno del Nonmai, la recensione
Abbiamo recensito per voi Speciale Brendon 14: Ritorno al regno del Nonmai, di Chiaverotti e Rotundo
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Viene descritta in breve ciò che è diventata la Terra dopo la Grande Tenebra, la catastrofe che ha precipitato il nostro pianeta in un Medioevo post-apocalittico. Qui ritroviamo Brendon in veste di gladiatore a combattere - suo malgrado - in un'arena in cui il gioco si coniuga con denaro e scommesse. La trama si riallaccia alla continuity originale, familiare ai lettori della prima ora, ma senza risultarne sottomessa; offre infatti una fruibilità totale a chi si approccia per la prima volta al fantasy targato Bonelli. Brendon sfoggia poi un nuovo look, per quanto riguarda pistola e corpetto, e la storia racconta come ne sia venuto in possesso.
Chiaverotti ci aveva anticipato per tempo che avremmo dovuto dire addio a Falstaff, l'amato cavallo e compagno del protagonista; qui capiamo il perché e facciamo la conoscenza di Shawnee, superba giumenta bianca. Vengono poi introdotte figure inedite e al contempo tornano comprimari della serie mensile, come Scarlett; ed è proprio in suo aiuto che corre il Cavaliere di Ventura. L'amica e amante è afflitta da un male che pare incurabile, e solo un'impresa impossibile può salvarla. Inizia così il viaggio - cuore della vicenda de Il ritorno al regno del Nonmai - alla ricerca della guaritrice Anniex e dell'Albero della Vita, con il nostro eroe solitario a inseguire la speranza, braccato a sua volta dai sicari del sedicente culto della Sacra Violenza.