Speciale Brendon 14: Ritorno al regno del Nonmai, la recensione

Abbiamo recensito per voi Speciale Brendon 14: Ritorno al regno del Nonmai, di Chiaverotti e Rotundo

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Speciale Brendon 14: Ritorno al regno del non mai, anteprima 02Uno degli appuntamenti più attesi dell'estate, per quanto concerne le pubblicazioni di Sergio Bonelli Editore, è certamente quello con lo Speciale di Brendon, il quattordicesimo, uscito lo scorso 19 luglio. L'albo rappresenta il primo passo del rilancio della collana che il suo creatore, Claudio Chiaverotti, non ha voluto riazzerare; una scelta nel segno della continuità, per riprendere là dove ci si era fermati; tutto ciò senza dimenticare il volume precedente, La mappa delle stelle, che funge contemporaneamente da ideale spartiacque e da cerniera tra nuovo e vecchio corso. L'essenziale copertina di Lola Airaghi, autrice anche dello splendido frontespizio dell'albo, ci introduce in quello che è sostanzialmente un Brendon 2.0.

Viene descritta in breve ciò che è diventata la Terra dopo la Grande Tenebra, la catastrofe che ha precipitato il nostro pianeta in un Medioevo post-apocalittico. Qui ritroviamo Brendon in veste di gladiatore a combattere - suo malgrado - in un'arena in cui il gioco si coniuga con denaro e scommesse. La trama si riallaccia alla continuity originale, familiare ai lettori della prima ora, ma senza risultarne sottomessa; offre infatti una fruibilità totale a chi si approccia per la prima volta al fantasy targato Bonelli. Brendon sfoggia poi un nuovo look, per quanto riguarda pistola e corpetto, e la storia racconta come ne sia venuto in possesso.

Chiaverotti ci aveva anticipato per tempo che avremmo dovuto dire addio a Falstaff, l'amato cavallo e compagno del protagonista; qui capiamo il perché e facciamo la conoscenza di Shawnee, superba giumenta bianca. Vengono poi introdotte figure inedite e al contempo tornano comprimari della serie mensile, come Scarlett; ed è proprio in suo aiuto che corre il Cavaliere di Ventura. L'amica e amante è afflitta da un male che pare incurabile, e solo un'impresa impossibile può salvarla. Inizia così il viaggio - cuore della vicenda de Il ritorno al regno del Nonmai - alla ricerca della guaritrice Anniex e dell'Albero della Vita, con il nostro eroe solitario a inseguire la speranza, braccato a sua volta dai sicari del sedicente culto della Sacra Violenza.

Il soggetto e la sceneggiatura contengono diverse novità stilistiche ed editoriali, a partire dal colore curato da Arancia Studio, che rispetto al passato amplifica l'atmosfera onirica e fantastica delle ambientazioni. La narrazione e i dialoghi sono inoltre più asciutti e ficcanti, e il ritmo è più tamburellante e concitato. Massimo Rotundo, decano del titolo fin dal suo esordio (Nato il 31 febbraio, su Brendon 1 del giugno 1998), offre una prova grafica vibrante interpretando al meglio la svolta voluta da Chiaverotti, riassumibile in una più forte emotività. Il nuovo Brendon è dunque un prodotto estremamente moderno, drammatico e sognante, che offre grandi dosi di sensualità e trasporto.

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