Special K, la recensione
Abbiamo recensito per voi Special K, di Simon Hanselmann, edito in Italia da Coconino Press
Il Fumetto underground è per sua natura qualcosa che va a contrapporsi al mainstream, ovvero a ciò che viene riconosciuto universalmente come adatto a un vastissimo tipo di pubblico. Per questo motivo, il linguaggio e i contenuti proposti da chi sceglie una strada diversa dai canali ufficiali di diffusione saranno per forza di cose più ricercati, di rottura e meno digeribili da un gran numero di lettori.
Nel volume sono raccolte le avventure di Megg la strega, Mogg il gatto, di Gufo e del selvaggio Lupo Mannaro Jones pubblicate originariamente da Am-Book. I quattro sono una banda di amici che vivono in periferia, tra droghe casalinghe e gli scarti della società, al centro di esperienze al limite della comprensione e della decenza.
I colori scelti dall'autore sono acidi e marci, proprio come le vite dei suoi protagonisti. Ogni fotografia dei singoli momenti della vita dei personaggi mostra molto spesso i loro visi, con i corpi che vengono mostrati solo nelle sequenze in cui compiono qualche azione.
La narrazione, a cavallo tra il nonsense e il flusso di coscienza, è probabilmente una delle sfide più ostiche per un lettore non avvezzo a questo genere di linguaggio, mentre potrebbe rappresentare un'esperienza incredibile per chi vive quell'anormalità allucinata ogni giorno della sua vita. L'introspezione e il proprio vissuto sono dunque fattori fondamentali per apprezzare l'opera di Hanselmann, in grado di raccontare tutto e il contrario di tutto nello spazio di poche tavole.
Tra streghe, bestie, animali antropomorfi e il tedio della periferia suburbana si cela sicuramente qualche piccola perla di bellezza e verità, circondata però da contenuti decisamente meno interessanti. Special K è una nutrita raccolta di alti e bassi, di furore e noia, in un'altalena continua che in un momento sembra cullare il lettore e nel successivo lo colpisce allo stomaco, ma che per buona parte del tempo lo fa assistere in modo indifferente a un'esperienza che può far perdere la voglia di andare fino in fondo.
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