Spartacus: il commento alle prime due stagioni

In vista dell'inizio dell'ultima stagione, ripercorriamo in breve la strada percorsa dallo show di Starz...

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
TV

Spartacus è la bella serie che non ti aspetti e sulla cui riuscita in pochi avrebbero scommesso agli esordi. Eppure, dalle sabbie dell'arena alle pendici del Vesuvio, il percorso di vendetta del trace senza nome ha continuato inesorabile a mietere le proprie vittime e a costruire un percorso narrativo emozionante, coinvolgente e con un proprio stile ben identificabile. Ormai giunti alle soglie dell'inizio della terza ed ultima stagione di Spartacus, intitolata War of the damned (dal 25 gennaio in onda su Starz), la serie può guardarsi alle spalle con la consapevolezza di essere riuscita a creare un proprio equilibrio che ha nell'estetica esageratissima solo uno dei suoi elementi principali.

Spartacus 3 - stagione finaleLe vicende di Spartacus si svolgono in un universo per certi versi delirante e impossibile, ma che sa di esserlo e che sa come sfruttare questa sua follia, farla propria, riuscire a cavalcarla piuttosto che venire sottomesso ad essa. Ecco quindi che l'estetica esagerata, il sangue che scorre a ettolitri, i ralenty estremi, le scene di sesso al limite della decenza, diventano la cornice ideale per inquadrare sentimenti, caratteri, motivazioni altrettanto estremi. Intendiamoci, Spartacus non raggiunge mai livelli di eccellenza nè in generale spicca dal punto di vista interpretativo o dei dialoghi. La sua forza, come detto, sta in altro.

Superato l'impatto iniziale e la sensazione, voluta, di deja vu con 300, Spartacus, insospettabilmente, ha scelto di percorrere una strada diversa da quella di focalizzarsi sul solo percorso di vendetta del protagonista. Dagli alloggi dei gladiatori alle camere da letto della casa del lanista Batiatus ai salotti della villa è infatti un microcosmo vivissimo quello nel quale si muovono e si scontrano le motivazioni di una serie di personaggi. La determinazione del protagonista a vendicare la morte della propria donna spicca dunque maggiormente nel riflesso delle proprie nemesi, dal lanista Batiatus (John Hannah, miglior personaggio della serie), all'avversario/fratello di arena Crixus (Manu Bennett), al pretore Gaius Claudius Glaber (Craig Parker). La tensione costante, l'equilibrio tra le varie componenti, un finale da brividi costruiscono la migliore stagione (livello non raggiunto più).

Le condizioni di salute di Andy Whitfield (sostituito nella seconda stagione da Liam McIntyre) hanno poi costretto nel 2011 in tempi brevi alla realizzazione di uno spin-off intitolato Gods of the arena. A dimostrazione che è più l'universo creato che la vicenda di Spartacus a catalizzare l'attenzione, questo breve prequel, anche perché incentrato proprio su Batiatus e sulla moglie Lucrethia (Lucy Lawless), ha ulteriormente arricchito l'ambientazione di base, dimostrandosi ben più di un semplice riempitivo, tanto da essere ripreso e integrato narrativamente una volta ripresa la narrazione principale.

Il livello generale si è infine abbassato con Vengeance: con un nuovo protagonista che mai è riuscito veramente a sostituire degnamente il suo predecessore, con l'abbandono di una serie di personaggi e dell'ambientazione dell'arena alla quale ci si era affezionati, la serie, almeno nelle prime puntate della seconda stagione, ha perso molto e non è riescita a soddisfare. Si è ripresa dalla seconda metà in poi, con il ritorno di una vecchia conoscenza nel cast e con un climax finale davvero coinvolgente e che ha fatto ben sperare per il futuro della storia...

Continua a leggere su BadTaste