Soul Hackers 2, una via di mezzo tra hardcore e casual | Recensione
Soul Hackers 2 abbandona alcuni degli aspetti complicati del gameplay di Shin Megami Tensei, diventando un onesto punto d'ingresso
Soul Hackers 2: impedendo la fine del mondo
Non abbiamo difficoltà a rivelarvi che il comparto narrativo di Soul Hackers 2 è sicuramente la parte di gioco più riuscita. Grazie a un inizio a piè sospinto e a pochissimi tempi morti, l'impresa di Ringo nel salvare il mondo dall'apocalisse è folle al punto giusto, con anche qualche twist inatteso. Ishida e Hirata hanno fuso i temi maturi e apocalittici di Shin Megami Tensei con quelli più personali e intimi di Persona, in maniera molto simile a quanto visto in Tokyo Mirage.
Completare i Matrix dell'Anima non solo ci rivelerà i segreti dei nostri compagni, ma ne sbloccherà anche l'abilità finale. Senza queste mosse, affrontare le battaglie più difficili diventerà una vera e propria impresa. Ogni labirinto è diviso in tre livelli, che andranno sbloccati aumentando l'affiatamento coi nostri compagni. Questo va a diluire il ritmo della storia, e il fatto che sia opzionale non favorisce la comprensione di determinati dialoghi. Evitando i Matrix dell'Anima, si indebolisce tantissimo l'impatto di alcune scene che, proposte in maniera più organica, avrebbero migliorato nettamente la fruizione di un già ottimo racconto, rendendolo memorabile.
Tutt'altro discorso purtroppo per le missioni secondarie. Salvo rari casi infatti, si tratterà solo di fetch quest atte a farci ottenere demoni, denaro o ricompense di varia natura dai dungeon già completati. Ricompense che al fine della trama non danno alcun vantaggio o punto di vista diverso. Un allungamento eccessivo del ritmo di gioco che potrebbe farvi posare il controller prima del climax.
Patto col Demonio
"Soul Hackers 2 svela un mondo fatto di demoni anche a quelle persone che non ci si sono mai avvicinate. "Qualora però teneste duro e vi gettiate a capofitto nella battaglia di Ringo, vi troverete di fronte a un gameplay solido e preciso. Come tutti i capitoli nate dalle costole di Shin Megami Tensei, i nostri demoni avranno debolezze e resistenze, e starà al giocatore mettere in campo la strategia migliore per trionfare sul nemico.
Il sistema di combattimento è infatti molto più asciutto e rappresenta una variante più intuitiva del celebre Press Turn reso famoso proprio dal succitato Shin Megami. Come detto in apertura, è una facilitazione pensata probabilmente per avvicinare anche i giocatori meno navigati al brand. Il meccanismo Press Turn ha infatti una differenza importante, pensata proprio per alleggerire il gameplay. Né il giocatore né tanto meno i nemici possono guadagnare o rubare turni sfruttando le vulnerabilità elementali dei demoni in campo. Al termine del turno, se si sono sfruttate a dovere le debolezze avversarie, si ottengono dei punti combo extra, con cui Ringo attaccherà l'intera squadra nemica.
Questa facilitazione potrebbe far storcere il naso ai giocatori più hardcore, che si ritroveranno così di fronte un titolo meno complicato del solito. Si tratta però di un approccio sbagliato, un limitare l'esperienza altrui per il proprio gusto. Con queste facilitazioni infatti, il gioco di Atlus è facilmente completabile senza troppi mal di testa. Soul Hackers 2 svela un mondo fatto di demoni anche a quelle persone che magari non vi si sono mai avvicinate.
L'altro punto in cui Soul Hackers 2 si distingue dagli altri titoli della saga è nel patto coi demoni. Questa volta si è scelto di affidare tutto al caso, sebbene ci siano modi per migliorare leggermente le probabilità d'incontro, il fattore collezionistico viene messo spesso alla prova. È possibile marcare i demoni incontrati, ma il meccanismo in generale poteva essere calcolato meglio. In questo modo infatti, il sistema rischia di diventare tedioso e ripetitivo nella seconda parte del gioco.
Questo aspetto più l'esplorazione dei dungeon, spesso troppo semplice, rappresentano purtroppo il lato trasandato della produzione. Se si paragona agli ultimi titoli della saga, Soul Hackers 2 ne esce brutalmente sconfitto. Per questo ci tengo a sottolineare come sia pensato più per i novizi che per gli appassionati di MegaTen.
Nonostante questi aspetti lato gameplay che lo legano fin troppo a una produzione di dieci anni fa (l'epoca del remake su Nintendo DS del primo capitolo) Soul Hackers 2 potrebbe sorprendervi. Fuori dai dungeon infatti, il mondo ideato da Eiji Ishida e Mitsuru Hirata gode di un comparto visivo in stile anime, e di un doppiaggio originale eccezionale. Inoltre il titolo è completamente tradotto in italiano, quantomeno nei testi. Un altro segno della voglia di Atlus e di SEGA di accontentare tutte quelle persone che per anni hanno chiesto una traduzione nella nostra lingua.
Con una storia avvincente e un gameplay più permissivo, Soul Hackers 2 potrebbe essere il gioco in grado di attirare nuovi fan alla corte dei demoni di Atlus. Se prima della molteplici uscite di questo autunno, voleste gettarvi a capofitto in un nuovo JRPG, il gioco di Atlus potrebbe fare al caso vostro.