Sotto il vestito niente - L'ultima sfilata - la recensione
Alcune persone legate a uno stilista vengono uccise da un maniaco. Il thriller dei Vanzina ha una tensione nulla, ma diverte da pazzi...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo Sotto il vestito niente - L'ultima sfilataRegiaCarlo VanzinaCastFrancesco Montanari, Vanessa Hessler, Richard E. Grant, Virginie Marsan, Giselda Volodi
Uscita25-03-2011
Ammetto che, di fronte a questo film, ero molto perplesso anche prima di entrare in sala. Non mi riferisco tanto alle mia aspettative artistiche, quanto a una questione commerciale. E' veramente conveniente puntare su un sequel/remake/quello che è, avendo come punto di riferimento un film che all'epoca era andato anche bene, ma che certo non ha lasciato un ricordo indelebile (a parte un fortunatissimo titolo, ancora oggi molto citato)?
Subito siamo immersi in un'atmosfera anni ottanta. Musica modaiola, donne bellissime, ralenti commoventi e tante voci doppiate (male, of course) che fanno quasi tenerezza. Insomma, una sorta di revival, peccato che non si voglia seguire la strada di De Palma fino in fondo, tanto che non vediamo quasi mai gli omicidi del maniaco. Anzi, possiamo parlare della nascita di un genere: il thriller moralista, in cui tutti (compresi assassini e uomini abietti, ma anche poliziotti) si riscattano facendo opere buone (o evitando di farne altre discutibili). Non esattamente la lezione del regista di Omicidio a luci rosse.
Mette tristezza vedere Richard E. Grant, il grande coprotagonista di Shakespeare a colazione, in un ruolo del genere, che sul finale vira verso il delirante (scena ultraculto, un flashback in ospedale). Uno stilista talmente sensibile di fronte alla morte della sua modella-musa da chiedere dopo pochi minuti di trovarne un'altra uguale. E dove viene trovata? A Stoccolma, dove sta lavorando come fioraia. Ovvio, no, come pensavate che venissero scelte le modelle?
Comunque, la peggiore è senza dubbio Virginie Marsan, che oltre a dei tatuaggi poco credibili per una modella, si fa notare per un'interpretazione assolutamente isterica e sempre sopra le righe. E da notare anche le musiche, che oscillano tra Lady Gaga e citazioni di Bernard Herrmann e Pino Donaggio (che è appunto l'autore della colonna sonora). Solo i Vanzina riuscirebbero a mettere insieme queste cose e sono quasi eroici in questo.
I momenti migliori? Quando la modella strafatta risponde "stasera no" alle avance del suo amico, per poi essere investita e volare come supergirl (anche in questa situazione, rimane elegantissima) qualche minuto più tardi. O quando si scopre che una ragazza abita a via 'silicone' 21. E che dire di un uomo che non vuole farsi riconoscere, pubblico un necrologio e poi si fa intestare la fattura? In generale, ci sono dei momenti di lutto talmente eccessivi che diventano uno spasso. Ma il capolavoro avviene quando Montanari legge una mail, che poi vediamo sullo schermo, scoprendo che il testo è diverso. Perché? Qualsiasi sia la ragione, è un momento geniale. Così come la descrizione di Facebook fatta dall'altro poliziotto.
Comunque, anche cosi mille volte meglio i Vanzina in thriller del genere che quando sono impegnati nella commedia. D'altronde, mi sono divertito molto di più qui che nelle loro ultime pellicole...