Sopravvissuto - The Martian, la recensione

Pieno di retorica enfatica, ma anche privo di troppa seriosità, The Martian è un'avventura nerd di incredibile leggerezza e fantastico storytelling

Critico e giornalista cinematografico


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Non ci sono dubbi che Sopravvissuto - The Martian sia uno dei film più nerd di sempre forse solo dopo Wargames, una storia che si compiace della sua correttezza scientifica e della sua conoscenza di tante discipline diverse, una storia spaziale dall'esagerata plausibilità che ha però il pregio "autoriale" di guardare con un amore, una passione e un senso paradossale dell'eroismo mai machista la figura dello scienziato.Non ci sono dubbi che Sopravvissuto - The Martian sia uno dei film più nerd di sempre

Il Mark Watney di Matt Damon, abbandonato su Marte ma intenzionato a non morire, è un secchione senza pari che proprio per questo diventa eroe, di fatto esaltando la conoscenza a scapito dell'ardore avventuriero che solitamente anima i protagonisti. Non è il coraggio la sua caratteristica base, ma la consapevolezza di cosa sia in grado di fare, costruire e mantenere; la costanza e la forza della ragione lo mantenengono in vita, là dove di solito il cinema e i romanzi esaltano la forza sentimentale, l'animo indomito e tutto ciò che va al di là della ragione. In Sopravvissuto - The Martian ciò che conta è proprio la capacità di riflettere a freddo e non quella di andare oltre ad essa con il cuore, cioè ciò che siamo abituati a vedere nelle spalle o coprotagonisti.

Dall'altra parte in questo film emerge con forza anche il miglior pregio di Ridley Scott, quello che riconosciamo ai suoi film migliori, cioè la sua capacità di interpretare un testo, di essere "regista" prima che "autore", cioè di mettere in scena una storia scritta da qualcun altro coordinando al meglio un team di professionisti accuratamente scelti, di mescolare e assemblare soluzioni e idee altrui nella maniera migliore. Un po' talent scout un po' cuoco, Ridley Scott con Sopravvissuto - The Martian serve in sala una ricetta quasi perfetta, non priva di qualche sapore un po' troppo usuale ma impiattata, cotta, amalgamata e selezionata con una cura che senza esitazioni fanno dimenticare gli aspetti più retorici.

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La trama viene da un bestseller online, libro autopubblicato da Andy Weir in rete e poi a furor di popolo finito in libreria con una casa editrice reale. In un futuro prossimo, uno in cui la NASA comincia ad esplorare Marte con esseri umani, un astronauta, creduto morto durante un incidente ed erroneamente abbandonato sul pianeta rosso dal suo equipaggio, si sveglia il giorno dopo e comprende immediatamente di essere solo su un pianeta che non ha niente per la sopravvivenza. Dalla sua ha la base costruita per resistere poco più di un mese e una serie di provviste per 6 persone, tutto insufficiente a sopravvivere per il periodo necessario all'arrivo di una nave di salvataggio (sempre ammesso che riesca in qualche modo a comunicare con la Terra), contro di sè ha qualsiasi minimo problema possa sopraggiungere.

Il film, adattato per lo schermo da Drew Goddard, ha una dose fastidiosa di retorica ed enfasi tipica della Hollywood più banale, un'esaltazione della coolness intellettuale dei personaggi e un'epica spesso non necessaria. Qualsiasi svolta o idea è resa con un eccesso di grandezza come fossimo in un film di Michael Bay, ma senza la sua corrispettiva grandiosità visiva e il suo senso dinamico, anche l'ultimo degli scienziati NASA sa essere uno stereotipo di insubordinazione senza senso, se lo vuole, e anche la più semplice trovata viene spiegata con eccessiva enfasi. Nei suoi momenti peggiori insomma Sopravvissuto - The Martian sembra un film di Ron Howard, banale e retorico, eppure la maestria di Ridley Scott sta proprio nel creare un grande flusso narrativo, così impetuoso e potente da spazzare via ogni indecisione e ogni difetto. Questo film dagli scenari magnifici, che racconta di un'avventura in un altro pianeta, di viaggi spaziali e decisioni titaniche, pieno di star e dal budget ragionevolmente alto, lo stesso suona come un piccolo libro autopubblicato, ha la leggerezza spensierata del divertimento tra scienziati che diventa comprensibile per tutti.

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