Sonic Mania, la bidimensionalità della quale avevamo bisogno e che ci meritavamo - Recensione

SEGA gioca con i nostri ricordi: la recensione di Sonic Mania

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Diciamoci la verità: la nostra prima fidanzatina, nonostante l’indiscutibile fisico perfetto, non era poi così bella; la vacanza di anni e anni addietro non fu così esaltante come ci piace raccontare; l’adolescenza non fu affatto priva di momenti difficili, frustranti, complicati, un periodo magico da ripetere in loop eternamente. Il ricordo, tuttavia, il riproiettarsi con la mente indietro nel tempo, ha il potere di mitigare le disillusioni e di rendere più soavi, più dolci le gioie. Sally Jupiter, romantico e controverso personaggio di quel capolavoro che risponde al nome di Watchmen, esprime a meraviglia questo concetto, in un dialogo con la figlia: ogni giorno che passa, afferma, il futuro mi sembra sempre più nero, mentre il passato, anche nei momenti più brutti, diventa sempre più luminoso.

Sonic Mania interseca perfettamente questa tematica, dal momento che è la definitiva concretizzazione della nostalgia, il perfetto remix delle nostre memorie videoludiche più liete, un sogno che trasforma la realtà, eliminando le stonature, regalandoci una visione idealizzata di quanto percepito ed esperito da svegli. Christian Whitehead, Headcannon e PagodaWest Games, artefici di questo piccolo miracolo digitale, sono stati mossi da un unico ideale: restituire alla mascotte SEGA l’onore, regalare ai videogiocatori più attempati un’esperienza che gli ricordasse i fasti dell’epoca 16 bit, offrire ai neofiti la possibilità di scoprire di cosa fosse realmente capace il porcospino più veloce del pianeta, eroe che, in epoca contemporanea, fatica a riconfermarsi, spesso costretto a recitare in avventure troppo brutte per essere vere.

[caption id="attachment_176486" align="aligncenter" width="600"]Sonic Mania screenshot Sonic Mania non è un gioco estremamente difficile, vista la quantità di anelli e checkpoint distribuiti nei livelli, ma non lesina su passaggi particolarmente ardui e complessi[/caption]

Il pur meritevole Sonic The Hedgehog 4, questa volta, non c’entra nulla. All’epoca si pensò che la bidimensionalità bastasse per restituire alla saga il feeling di un tempo. Qui c’è una rilettura, un riadattamento, una riproposizione di idee, dell’art design, dello stesso gameplay di venticinque anni fa, opportunamente potenziato, corretto, aggiornato per non sfigurare con i congeneri che, nel frattempo, si sono giustamente evoluti.

"Sonic Mania gioca con i ricordi, inserendo qua e là sezioni già affrontate nei vecchi capitoli della saga in 16 bit, ma è di fatto un gioco completamente nuovo"

Il primo livello dell’avventura, che si compone di dodici stage, divisi in sei ambientazioni, parla da solo. Sembra la Green Hill di eoni addietro, con gli stessi burroni, i soliti bivi, l’identica disposizione dei nemici, ma proprio quando l’utente prende confidenza con il percorso, una minuscola variazione cambia tutto, interrompe l’automatica e inconscia sequenza di comandi impartiti all’avatar. Sulle prime si tratta di un semplice respingente, poi diventa un nuovo sentiero, un’area bonus, una boss fight mai affrontata prima. Questo perché Sonic Mania gioca con i ricordi, inserendo qua e là sezioni già affrontate nei vecchi capitoli della saga in 16 bit, ma è di fatto un gioco completamente nuovo, fedele alla tradizione tanto nel comparto grafico, rigorosamente composto da sprite e pixel, quanto nel gameplay.

Il sistema di controllo, caratterizzato dalla stessa reattività e dalla lieve inerzia dell’avatar, è rimasto immutato, così come ugualmente geniale è il level design, che beneficia ulteriormente di soluzioni chiaramente contemporanee. Skilift, rulli trasportatori, superfici su cui rimbalzare alzano ulteriormente il ritmo dell’azione, regalandoci un’avventura adrenalinica in ogni sua parte costituente. La varietà di sentieri imboccabili, inoltre, aumenta a dismisura il replay value. Scovare tutte le zone bonus, utili per acciuffare tutti gli Smeraldi del Caos, è quasi un gioco nel gioco, oltre che un ulteriore tuffo nel passato, visto che ognuna di esse ripropone meccaniche e obiettivi da superare presi di volta in volta da un capitolo diverso della saga.

[caption id="attachment_176485" align="aligncenter" width="600"]Sonic Mania screenshot Oltre alla modalità principale, potrete intrattenervi con il Crono, in cui battere i tempi degli altri utenti online, o con la Competizione, in cui due giocatori si affrontano, tramite split-screen, a tagliare per primi il traguardo o a raccogliere il maggior numero di anelli[/caption]

Le uniche note dolenti di Sonic Mania, piccole sbavature che annegano tra i numerosi pregi della produzione, riguardano un paio di boss fight non proprio riuscite, poco impegnative e fin troppo prevedibili, e altrettanti livelli lievemente sottotono se paragonati al resto dell’avventura.
Sonic Mania è il sogno di ogni videogiocatore nostalgico che diventa realtà. Grafica e sonoro sono realmente capaci di ricreare la mai sopita magia dell’era 16 bit, mentre il gameplay rappresenta la perfetta summa di quanto di buono ci ha offerto la mascotte SEGA nei suoi anni migliori, opportunamente corretto e potenziato, beninteso, da piccole e grandi trovate ludiche che hanno il pregio di variare continuamente l’azione, oltre che di innalzare ulteriormente i già concitati ritmi a cui ci ha sempre abituati il porcospino.

Un gioco da acquistare sia se si è amanti dei platform bidimensionali, sia se si è fan di Sonic. Anche i neofiti dovrebbero dargli un’occasione: per farsi un’idea di chi e cosa fosse la mascotte di SEGA nelle sue scampagnate migliori.

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