Sonic Frontiers, la sorpresa più bella è quella che non ti aspetti | Recensione

Sonic Frontiers è l'ultima avventura del porcospino blu targato SEGA. Un platform open world dal ritmo frenetico e appagante

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Non nascondiamo di aver guardato Sonic Frontiers con estrema diffidenza, negli ultimi mesi. Il nuovo capitolo con protagonista il porcospino blu non ci convinceva per moltissimi motivi, a partire dal gameplay apparentemente schizofrenico sino al comparto grafico, dai colori troppo spenti rispetto agli episodi principali del franchise. Eppure, lentamente, ci siamo lasciati ammaliare dal senso di velocità che sembravano trasmettere i nuovi video. Quando alcuni colleghi hanno avuto poi occasione di provare il gioco in anteprima, le reazioni positive ci hanno ufficialmente instillato un dubbio: e se Sonic Frontiers fosse molto di più di quello che sembra?

Ebbene, dopo settimane di attesa, possiamo finalmente parlarvi della nuova fatica targata SEGA. Scoprite se vale davvero la pena mettere le mani su questa nuova avventura di Sonic, oppure se si tratta di un titolo facilmente dimenticabile, soprattutto in un periodo denso di uscite come questo.

MONDO DIGITALE

Partiamo, come sempre, dal comparto narrativo, ma che mai come in questo caso ha davvero poca rilevanza. La trama vede Robotnik intrappolare Sonic e i suoi amici (e sé stesso) all’interno di un mondo parallelo, nel quale sembra essere vissuta un’antica civiltà ormai scomparsa. Il nostro protagonista dovrà quindi raccogliere tutti i celeberrimi Chaos Emeralds, per riuscire a sconfiggere il boss di turno e procedere così di area in area. Il tutto mentre aiuterà i propri compagni di ventura, tramutatisi in ologrammi e impossibilitati a tornare nel proprio piano dimensionale.

Nonostante la narrativa, come già accennato, non sia di certo l’elemento più importante, è evidente come i dev hanno riposto particolare attenzione nella creazione di un mondo un tempo vivo. Lo si percepisce dalle strutture architettoniche, dalle missioni secondarie che siamo portati ad affrontare e da alcuni filmati di gioco, che ci danno gli indizi per mettere assieme i pezzi. 

Peccato, però, che il titolo pecchi invece nella narrativa più classica, quella raccontata tramite cut-scene e i vari dialoghi tra i personaggi. Le animazioni di Sonic e degli altri comprimari sono legnose, le inquadrature statiche e monotone e si ha la percezione di star vivendo un'opera di due generazioni videoludiche fa. Questo non mina del tutto la fruibilità del racconto, ma sicuramente ne compromette parzialmente il fascino. Fascino che, senza questi problemi, avrebbe reso l’opera di SEGA un vero gioiello.

Sonic Frontiers

GOTTA GO FAST

E arriviamo al vero punto di forza di Sonic Frontiers: il gameplay. Gli sviluppatori sono riusciti nel miracoloso intento di trasportare la magia dei titoli 2D e dei migliori giochi del porcospino a tre dimensioni all’interno del linguaggio degli open world. Esplorare il mondo ideato da SEGA è dannatamente divertente e vi troverete a sentire l’adrenalina scorrere sotto la vostra pelle, mentre rimbalzate da una struttura all’altra. I dev, infatti, hanno ricoperto il mondo di piste, tappeti elastici, casse da rompere, molle e chi più ne ha più ne metta. Questo crea un effetto che, visivamente, può apparire caotico (e poco coerente), ma che pad alla mano diverte come pochi altri platform negli ultimi anni.

Sonic Frontiers è un tripudio di emozioni ad alta velocità. Un titolo che ci invita a non rallentare, passando da un salto a una corsa sfrenata, senza dimenticarsi dei combattimenti. È vero: l’albero delle abilità è scarno e poco interessante, ma l’approccio alle varie tipologie di nemici è estremamente avvincente. Alcuni di loro possono essere sconfitti con un singolo colpo, mentre altri necessitano di strategie per evitare di finire rapidamente KO. Strategie che, talvolta, ci potrebbero persino portare ad arrampicarci sui nemici in pieno stile Shadow of the Colossus, con livelli costruiti parzialmente sul corpo di gigantesche creature.

Come se non bastasse, i boss di fine area vanno affrontati nei panni di Super Sonic, dando vita a scontri appassionanti che raramente abbiamo visto all’interno di questo brand. Per i più nostalgici, infine, sono stati inseriti numerosi livelli lineari da affrontare all’interno dei vari mondi. Una volta entrati in questi piccoli angoli di cyberspazio, dovremo raggiungere il traguardo nel minor tempo possibile, superando anche diverse sfide di difficoltà crescente. Una struttura più “vecchia scuola”, ma anche in questo caso dannatamente divertente.

Siamo rimasti sinceramente sorpresi dalla qualità generale del gameplay della nuova opera targata SEGA. Una qualità che, onestamente, non ci aspettavamo e che ci spingerà senza dubbio a completare il titolo al 100%. Questo non per un nostro personale feticismo nello sbloccare tutti i trofei, ma per la sincera voglia di passare ore e ore a correre alla velocità della luce nei panni di Sonic.

Sonic Frontiers

UN TITOLO MEDIOCRE DA VEDERE, MA SUPERBO DA SENTIRE

Su PlayStation 5, Sonic Frontiers non è certo il gioco più visivamente impattante della storia. Se il design del mondo siamo riusciti a farcelo piacere, lo stesso non si può ovviamente dire per i pop-in invasivi e per i cali di frame, che avvengono più spesso di quanto non ci aspettassimo. Capita talvolta che il gioco carichi delle parti di tracciati a pochi metri dal porcospino blu, facendoci perdere il ritmo e, talvolta, costringendoci a rifare l’intero percorso. Nulla di tragico, ma senza dubbio si tratta di difetti che speriamo possano essere corretti con qualche patch. Ovviamente il gioco presenta due modalità, permettendoci di scegliere tra il 4K e i 60 FPS. Inutile dire quale sia l’unica opzione accettabile, vero?

Ma è la colonna sonora di Frontiers a lasciarci davvero a bocca aperta. Tomoya Othani ha firmato una soundtrack davvero esaltante, potenziata dalle canzoni delle band giapponesi One Ok Rock e To Octavia. Affrontare i boss nei panni di Super Sonic con una potenza musicale di questo tipo ci ha fatto scorrere i brividi lungo la schiena. Un brivido che ha contribuito a farci innamorare per l'ennesima volta di questo titolo.

Ormai lo avrete capito: Sonic Frontiers ci è piaciuto da impazzire. Qualche difetto sul comparto narrativo e grafico impediscono all’opera di SEGA di raggiungere l’Olimpo dei videogiochi. Tutto il resto, però, gli permette di venir ricordato come uno dei capitoli migliori del franchise. Speriamo con tutto il cuore che i dev prendano quanto di buono fatto in quest’occasione e lo potenzino nel prossimo episodio. Da parte nostra la diffidenza nei confronti di questo team è del tutto scomparsa, lasciando spazio ora solo all’ammirazione. Brava SEGA e bravo Sonic. Bentornato a casa, porcospino blu.

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