Sonic Forces, si stava meglio quando si stava in 2D - Recensione
Questa volta nessun disastro, ma la svolta resta lontana: la recensione di Sonic Forces
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Il problema di fondo, è che nemmeno volendolo a tutti i costi si riesce a soprassedere sull'alone di mediocrità che emana ogni ambito dell’avventura. Già a partire dal menù principale, si ha la sinistra sensazione che manchi qualcosa, che il processo creativo della software house nipponica, per l’ennesima volta, non abbia raggiunto i risultati sperati, che non sia riuscita, neanche in quest’iterazione, a realizzare compiutamente la visione, il disegno, l’idea originaria, a recuperare quel feeling che rese grandi i vecchi, vecchissimi, Sonic Adventure.
Poco da recriminare, beninteso, sulla trama, naturalmente e ovviamente abbozzata, zeppa di plot holes, tutt’altro che interessata a mettere in risalto le psicologie dei personaggi tirati in ballo. Vi basti sapere che il Dottor Eggman è finalmente riuscito a conquistare il mondo, grazie alla collaborazione con Infinite, vera nemesi di quest’avventura, misterioso villain che riuscirà persino a sconfiggere, a più riprese, il prode Sonic."Non mancano momenti emozionanti, adrenalinici al punto giusto, coreografici e mozzafiato come non capitava da tempo, ma permane la fastidiosa sensazione di non avere mai del tutto le mani sul volante"
Il nuovo eroe, difatti, si troverà spesso e volentieri a correre a perdifiato in una serie di ambientazioni con l’unico obiettivo di raggiungerne il traguardo, eludendo nemici ed evitando i burroni ovviamente, similmente a quanto farete impersonando Sonic e il Sonic Classic che ha raggiunto i ribelli, senza alcuna spiegazione accettabile, dopo un viaggio interdimensionale.
[caption id="attachment_179643" align="aligncenter" width="1000"] Nemmeno gli scontri con i boss, a parte un paio davvero ben riusciti, brillano particolarmente. Tutti un po’ troppo prevedibili e ripetitivi.[/caption]
I livelli si dividono sostanzialmente in due gruppi: tridimensionali e 2D. I primi ripropongono meccaniche che si trascinano ormai da Sonic Adventure tra passaggi scriptati, quick time event e sezioni confuse in cui solo imparandone a memoria i passaggi si può sperare di non perdere tutti gli anelli accumulati sino a quel momento. Torna l’attacco in salto, che vi permette di colpire in serie i nemici a portata di tiro senza mai toccare terra, così come i giri della morte, i respingenti, il grind su qualsiasi superficie immaginabile.
Ci sono momenti emozionanti, adrenalinici al punto giusto, coreografici e mozzafiato come non capitava da tempo, ma permane la fastidiosa sensazione di non avere mai del tutto le mani sul volante. Una legnosità di fondo e una permanente latenza, azzoppano un sistema di controllo mai reattivo come lo si vorrebbe. Anche le collisioni lasciano ampio spazio a perplessità e non mancano situazioni in cui non capirete esattamente cosa vi abbia colpiti. Meglio i livelli bidimensionali che sfoggiano level design sempre convincenti, oltre che un sistema di input in buona parte ereditato da quel Sonic Mania che abbiamo ampiamente promosso qualche settimana addietro.
Non mancano alcuni tentativi di rinverdire la formula e di prolungare la longevità di un’avventura che si avvale di una cinquantina di livelli, contando anche le aree bonus e l’appendice, che funge da prequel, giocabile indossando i panni di Shadow. Spina, per esempio, è armato di un gadget che, a seconda della modalità selezionata, gli permette di eliminare i numerosi nemici che gli sbarreranno la strada emettendo scariche elettriche, fiamme e quant’altro. Alcuni livelli, inoltre, in maniera del tutto simile a quanto già visto in Sonic Heroes, propongono due personaggi che corrono l’uno affianco all’altro, sostituibili in qualsiasi momento per sfruttarne le rispettive abilità. Sfide giornaliere e obiettivi di ogni genere, infine, stimolano il videogiocatore a riaffrontare gli stage già completati nel tentativo di migliorare le proprie prestazioni. Completa il quadro un comparto grafico solido, ma incapace di sorprendere, nonché una colonna sonora senza mezzi termini strepitosa e orecchiabilissima.
[caption id="attachment_179642" align="aligncenter" width="1000"] Non si può certo affermare che il comparto grafico di Sonic Forces sia da buttare via. Tutt’altro. Peccato solo che, di tanto in tanto, alcune ambientazioni offrano pochi dettagli e mostrino qualche texture tirata via di troppo.[/caption]
Sonic Forces non è un pessimo gioco. Non può esserlo un capitolo che riesce, come non capitava ormai da tempo, a infondere il giusto senso di velocità all’azione, condendo il tutto con sezioni, brevi purtroppo, coinvolgenti, caratterizzate da un buon level design, graficamente all’altezza degli standard attuali. Peccato che il sistema di controllo pecchi di precisione, che la maggior parte dei livelli abbia un sapore assolutamente insipido, che la trovata dell’avatar da creare da zero non riesca a veicolare il desiderio di sbloccare tutti i capi d’abbigliamento a causa di un design fin troppo raffazzonato, che le scene d’intermezzo finiscano per diventare una noiosa prassi da sorbirsi passivamente tra una corsa e l’altra.
Se speravate che Sonic Forces rappresentasse la svolta, la rivincita di una saga che con le tre dimensioni ha sempre faticato, resterete amaramente delusi. L’avventura proposta ha le sue indiscutibili qualità, i suoi momenti riusciti, ma sono brevi lampi. I fan della mascotte SEGA troveranno comunque validi motivi per godersi l’ennesima iterazione, non fosse altro per i livelli che riprendono meccaniche e design di Sonic Mania, ma guai ad illudersi di potersi risentire, anche solo per un secondo, nei bei tempi andati.