Sonic 2 - Il film, la recensione

Un film più equilibrato e ben realizzato del primo, ma lo stesso funestato da una scrittura terribile che lo rende lo sforzo insufficiente

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Sonic 2, in uscita il 7 aprile

Il primo film dedicato a Sonic, lo capiamo ora, era l’origin story non del protagonista, ma del villain. È chiaro in Sonic 2 - il film in cui Robotnik ritorna (adesso nel look e nella forma che aveva nella serie di videogiochi) e con una centralità completamente diversa. Più cruciale il personaggio, più impegnato Jim Carrey e più capace di rubare la scena, portando davvero il suo carattere in tutto il film. C’è quindi un’autoironia maggiore, maggiore demenzialità e un novero di gag che non sono solo verbali, ma pescano da tutte le possibilità espressive.
Il film stesso, insomma, sì è fatto più creativo con le soluzioni, come se il primo fosse stata una prova generale di come si dirige un grande film da studio e questo fosse la versione definitiva.

Tuttavia, benché tutto questo segni uno standard decisamente superiore a quello molto facile da superare del primo, non siamo lo stesso dalle parti del capolavoro. Anzi. Rimangono tantissimi difetti riscontrati già in Sonic, in primis quello di voler a tutti i costi imporre il protagonista come fico, senza saper costruire questa caratteristica. La differenza tra imporlo e costruirlo sta nel fatto che invece di apparire a noi in una certa maniera, ci viene detto che lo è; invece che lasciar emergere quel fascino cool dalle azioni o dalle pose, questo è veicolato dalle convenzioni più banali in materia (mancava davvero solo il cappello girato all’indietro e lo skateboard!).

E tutta l’autoironia possibile non salva un film così folle che, ad un certo punto, senza una vera economia nella storia, manda metà del suo cast in un’altra parte del mondo, in vacanza (sic!), per un matrimonio della sorella di un personaggio minore. Come se non bastasse, lì viene allestita tutta una nuova trama matrimoniale che niente ha a che vedere con quella principale e fantastica. Una che non prevede Sonic e in cui questa fantomatica sorella è protagonista! Un momento che pare preso da un altro film.
Il punto è che, detto in parole povere, non è pensabile creare una mitologia e una trama a partire dai piccoli accenni del videogiochi e dai suoi elementi chiave, con così poca capacità. Tutto è incoerente oltre che insufficiente, e i piccoli tocchi di Jim Carrey (come l’assurda fissa che dà a Robotnik per la cultura europea) non possono certo compensare un film scritto così male.

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