Song To Song, la recensione
Ritornato ad un stile un po' più narrativo del solito Terrence Malick realizza un ibrido e così Song To Song perde qualcosa senza guadagnare molto
C’è sempre Emmanuel Lubetzki alla fotografia, vero coautore degli ultimi film e cocreatore di uno stile imitatissimo, quindi le immagini e il gusto per la rappresentazione della luce sono quelle folgoranti a cui ci hanno abituati. In Song To Song ci sono dei momenti in cui sembra che tutto il film sia stato fatto solo per poter guardare come il sole al mattino entra dalle finestre nelle case e illumina porzioni di parete o di parquet, e per alcuni attimi sembra ne sia valsa la pena.
Tutto è narrato per ellissi, come se guardassimo i ricordi di tutti i personaggi, mescolati.
La soluzione narrativa di Song To Song è infatti quella di mescolare i tempi, ed è bravo Malick a trovare sempre elementi che rendano chiaro in che punto della storia siamo (a tratti sono le capigliature di Rooney Mara, in altri momenti sono gli stili musicali che i personaggi seguono), il presente e i flashback, un rapido salto indietro e di nuovo l’oggi. Come nei ricordi diversi momenti si sovrappongono e si affiancano non necessariamente in maniera logica ma più in maniera emotiva, l’accostarsi cioè di una grande gioia con la sua fine, un piacere con le sue conseguenze. L’impressione è quella di seguire un viaggio parziale alimentato non dal desiderio di far comprendere gli eventi ma di rendere certe sensazioni.
Soprattutto è un film che, come spesso capita a questo regista, si snoda nella dialettica tra istinti bassi e aspirazioni alte, concludendosi all’insegna di un ritorno alla semplicità dopo un intero film di case piene di design minimalista, imperi della musica, concerti, celebrità, piscine, party, Ferrari e donne a valanga. Cinque attori bellissimi, cool e molto desiderati, tesi ad una predica sul vero valore della semplicità popolare e dei lavori manuali. La morale più usuale resa inaccettabile nel momento in cui è fatta tramite un gruppo di miliardari dalla popolarità devastante.