Song of Nunu: A League of Legends Story, la recensione
Song of Nunu: A League of Legends Story è un titolo estremamente godibile. Una fiaba dai buoni valori, perfetta per giocatori di tutte le età
Quando si parla di League of Legends, uno dei principali argomenti di conversazione è quanto il mondo ideato da Riot Forge si presti per andare ben oltre il genere dei MOBA. Una riflessione che, anno dopo anno, si è tramutata sempre più in qualcosa di reale. Se il primo passo per espandere questo universo narrativo è stato Legends of Runeterra, a fare la differenza è stato però Ruined King: A League of Legends Story, titolo sviluppato da Airship Syndicate (Battle Chasers). Ruined King ha infatti contribuito ad approfondire alcuni personaggi importanti del mondo di Lol. Personaggi come Pyke, Braum e Miss Fortune, che grazie a questo titolo hanno guadagnato maggiore tridimensionalità, affascinando migliaia di nuovi giocatori in tutto il mondo.
Song of Nunu: A League of Legends Story è sviluppato da Tequila Works, team divenuto famoso grazie a Deadlight e Rime, ma che nel 2019 ha pubblicato l’interessante Gylt, uscito al lancio su Stadia. Decisi a tornare in pista dopo il tracollo della piattaforma Google, il team spagnolo ha quindi deciso di tuffarsi in questa nuova avventura dedicata al giovane Nunu e al suo fidato compagno di viaggio, lo yeti Willump. Ma saranno bastate le buone intenzioni degli sviluppatori per dare vita a un’opera convincente?
UNA FAVOLA SOSPESA TRA I GHIACCI
La storia vede protagonista il succitato Nunu, giovane ragazzo del Freljord rimasto orfano in tenera età. Al suo fianco lo yeti Willump, rimasto l’ultimo della sua specie e disposto a fare qualsiasi cosa pur di proteggere il suo più caro amico. I due decidono quindi di mettersi in modo alla ricerca del Cuore del Blu, una preziosa reliquia che dovrebbe impedire la fine del mondo. Durante il loro viaggio, i due esploreranno anche i relativi passati, attraversando le aree battute dalla tribù nomade dei Notaj, alla quale apparteneva Layka, la madre di Nunu. Ma non saranno soli in questa difficile missione. A dar loro una mano, infatti, troveremo anche Braum, Ornn e altri Campioni provenienti dal mondo di League of Legends. A metterli in difficoltà, invece, c’è Lisandra, la Strega dei Ghiacci ben nota ai fan di LoL.
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UNA CANZONE VALE PIÙ DI CENTO PAROLE
Song of Nunu: A League of Legends Story è un semplice platform tridimensionale, in pieno stile Spyro the Dragon, ma con una particolare attenzione posta sulla narrativa. Pad alla mano, il titolo alterna sezioni esplorative, dove magari risolvere semplici enigmi ambientali, a momenti focalizzati sugli scontri contro i vari nemici sparsi per le aree di gioco. In tutti i casi, che si tratti di saltare, arrampicarsi o combattere, l’avventura di Nunu e Willump non risulta mai davvero difficile e, anzi, accompagna con tranquillità il giocatore verso il finale. Una scelta che rende il gioco perfetto anche per i più piccoli, che in questo modo hanno l’opportunità di esplorare un universo narrativo in costante espansione, introdotto da questa affascinante storia sull’amicizia.
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Se degli scontri abbiamo particolarmente apprezzato la regia delle mosse finali con le quali è possibile sconfiggere gli avversari, è però il flauto di Nunu a svolgere un ruolo importante nel titolo. Attraverso i pulsanti superiori del controller (R1, L1, R2 e L2, per usare un lessico “PlayStation”) è infatti possibile attivare lo strumento musicale del ragazzo del Freljord. Con la giusta combinazione di tasti, Nunu avrà quindi accesso a diversi poteri legati alla manipolazione del ghiaccio. Poteri con i quali sarà possibile sia fronteggiare i vari nemici, che superare i vari puzzle che incontreremo lungo il cammino. Sia chiaro: nulla di troppo complicato, ma è sicuramente l’elemento di gameplay che più spicca all’interno di questa produzione.
Segnaliamo, infine, la presenza di diversi collezionabili sparsi per i livelli. Una divertente aggiunta pensata per spingere il giocatore a esplorare il più possibile le varie aree, evitando così di proseguire a testa bassa verso il proprio obiettivo.
IL FASCINO DI LEAGUE OF LEGENDS
Da un punto di vista tecnico, Song of Nunu: A League of Legends Story non fa certo gridare al miracolo. I modelli dei personaggi sono sin troppo semplici e le animazioni talvolta risultano un po’ legnose. Fortunatamente ci pensa lo stile di LoL a rendere ogni ambiente e ogni Campione un vero piacere per gli occhi. L’ottimo lavoro di character design fatto da Riot Forge si riflette nella cura di diversi aspetti grafici dell’opera di Tequila Works, permettendo al titolo di uscirne comunque a testa alta. Impeccabile poi il comparto sonoro, che vanta una soundtrack di ottimo livello e un doppiaggio in italiano di indubbia qualità. Insomma: il marchio di League of Legends si nota sin da subito e conferma per l’ennesima volta la bontà di questi spin-off legati all’universo di LoL.
Song of Nunu: A League of Legends Story ha il sapore di una cioccolata calda bevuta davanti a un camino, mentre fuori scende la neve. Una coccola che si riflette in una storia semplice, ma dai buoni dialoghi e dal buon ritmo. Una carezza, che passa attraverso un gameplay semplice e accessibile per giocatori di tutte le età. Non siamo di fronte a un titolo impeccabile o all’opera più avvincente dell’anno, ma poco importa. Song of Nunu potrebbe essere il gioco perfetto per l’inverno ormai alle porte. Un’opera dalla longevità ridotta, in grado di concludere con delicatezza questo 2023 così saturo di giochi tanto impegnativi.