Song in the Smoke: Rekindled, nella giunga dovrai stare finché un cinque o un otto non compare | Recensione VR
Song in the Smoke: Rekindled è un survival dall'atmosfera affascinante e dalle meccaniche semplici, ma appaganti
Pubblicato nel 2021 su PlayStation VR e sui vari visori compatibili con PC, Song in the Smoke convinse tutti grazie a un’atmosfera unica e alla grande libertà concessa al giocatore. Due elementi a dir poco essenziali quando si parla di survival “tradizionali”, ma ancora più importanti quando ci si addentra nel mondo della realtà virtuale. L’intenzione è infatti quella di far provare al pubblico un’esperienza totalizzante, in grado di fargli credere di dover davvero imparare a sopravvivere per evitare di perire in modi inaspettati.
UNO SPLENDIDO CONTESTO
Song in the Smoke ci mette nei panni di un guerriero intenzionato a fare qualsiasi cosa per sopravvivere in un mondo preistorico costellato di pericoli mortali. Un mondo dove natura e mito si fondono per dare vita a una leggenda destinata a rimanere incisa nella pietra per l’eternità.
IL POTERE NELLE TUE MANI
La scelta di limitare la narrativa per dare priorità all’esperienza survival è tanto uno svantaggio dal punto di vista dello storytelling, quanto un vantaggio dal punto di vista ludico. Song in the Smoke, infatti, riesce a intrattenere proprio per una serie di meccaniche davvero appaganti. Il giocatore dovrà interagire manualmente con ogni elemento dell’inventario e dell’ambiente per influenzare il mondo di gioco. Unire un bastone con dell’erba secca e una pietra focaia, per esempio, darà vita a una torcia. Torcia che, se strofinata contro una parete di pietra, si accenderà e permetterà di vedere anche negli anfratti più bui. Questo ragionamento può essere applicato a qualsiasi cosa, dalla caccia alla mera sopravvivenza.
Il cacciatore che interpreteremo, infatti, deve imparare a procacciarsi il cibo, a rimanere al caldo e a gestire con attenzione il proprio equipaggiamento. Gli sviluppatori sono riusciti a dare vita a momenti di grande immedesimazione, senza però dimenticare del tutto la comodità tipica dei videogiochi. Ecco che quindi sarà possibile salvare la partita nei falò che creeremo nel corso dell’avventura e trovare diversi modi per evitare una morte prematura e permanente.
UN TITOLO PER TUTTI
Nonostante la natura di survival, infatti, Song in the Smoke risulta abbastanza permissivo e, proprio per questo, potrebbe essere il titolo perfetto per coloro che non si sono mai avvicinati a questo genere videoludico. Discorso diverso per gli utenti hardcore, che potrebbero rimanere delusi da tanta “generosità” da parte del gioco.
In ogni caso, l’opera targata 17-BIT permette all’utente di esplorare un mondo davvero affascinante, costruito su aree di medie dimensioni, ma ricche di dettagli. In questo modo la sensazione di smarrimento viene meno e il titolo ottiene una certa linearità che ammettiamo di aver particolarmente apprezzato. Tra un’azione stealth e una sessione di crafting intenso, Song in the Smoke ci è entrato rapidamente sottopelle, facendoci vivere un mondo preistorico davvero totalizzante.
L’ESTETICA CHE NON TI ASPETTI
Da un punto di vista visivo, Song in the Smoke si dimostra essere un titolo estremamente furbo. La grafica, infatti, vanta un design minimale e dipinto con colori pastello. Una scelta che ci sentiamo di premiare e che, grazie anche allo schermo di PlayStation VR2, ha saputo lasciarci a bocca aperta in più di un’occasione. Impossibile non rimanere esaltati di fronte alla luce emessa dal fuoco, che riflette in modo realistico su tutte le superfici, o davanti ad alcune sezioni dove il nero smette di essere influenzato dai colori dell’ambiente circostante, per diventare una profonda macchia d’inchiostro.
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A questo si aggiunge un buon comparto audio che, seppur non memorabile, contribuisce all’immedesimazione generale. Segnaliamo anche la presenza di un'ottima localizzazione in italiano, che permette all’opera di essere fruita anche da chi non conosce bene la lingua d’Albione. Un plauso, infine, all'utilizzo dei PlayStation VR2 Sense, che trasmettono il feeling di ogni colpo dato e subito in modo estremamente realistico.
Song in the Smoke: Rekindled è la miglior versione possibile del già ottimo survival per la realtà virtuale. Ancora una volta il nuovo visore di Sony riesce a dimostrare di valere il prezzo che costa, dando vita a porting di grande qualità e in grado di lasciare a bocca aperta. Il gameplay e l’immersione nel mondo ideato da 17-BIT raggiunge qui il suo massimo splendore. Un risultato che, a fronte di una spesa di circa 30 euro, ci sentiamo di consigliare anche (e soprattutto) a chi non è avvezzo al genere dei survival. Se cercate un’esperienza di questo tipo, Song in the Smoke: Rekindled è al momento la migliore scelta possibile per i possessori di PlayStation VR2.