Somnia: Caccia al tesoro, la recensione
Abbiamo recensito per voi Somnia: Caccia al tesoro, di Liza E. Anzen e Federica Di Meo
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il primo impatto con Somnia: Caccia al tesoro, elegante cartonato da fumetteria e libreria uscito lo scorso 8 novembre, non può che essere visivo: un'esplosione di azione e tonalità sgargianti. La sensazione è quella di trovarsi di fronte a un sontuoso animecomic, per l'esuberanza cromatica delle vignette: è il potente effetto che scaturisce dall'alchimia tra un tratto morbido e raffinato e una padronanza totale della grafica digitale.
Nominata l'opera e la sua disegnatrice, agli appassionati di manga e japstyle non sarà difficile indovinare la responsabile dei testi: si tratta ovviamente di Liza E. Anzen, al secolo Elena Zanzi, co-creatrice insieme alla Di Meo dell'universo di Somnia per Planet Manga.
La solida trama che intesse la Anzen – forse giusto un po' verbosa nei dialoghi - è slegata dagli eventi e dai personaggi principali della vicenda originale, anche se vi si riallaccia in più occasioni facendo dei rimandi, e si basa sul fondamento stesso della saga: i somnia, i magici oggetti in grado di esaudire il desiderio più grande di chi li possiede.
Caccia al tesoro vede contrapposti due individui totalmente diversi, antitetici: Alec T. Matrick, con una fede incrollabile nei propri sogni, e lo Stregone, che ha perso la speranza negli uomini e in ogni altra cosa. Fa loro da collante l'irresistibile e conturbante Deva. I tre, insieme, iniziano un lungo, rocambolesco e stralunato viaggio che diventa metafora della vita stessa e delle sue sfide, quelle che più contano.
La storia può apparire quasi come una favola per l'ambientazione decisamente fantastica; il soggetto, tuttavia, risulta complesso e sfiora argomentazioni profonde, non rinunciando a briciole di Filosofia; si pone e ci pone domande a cui non possiamo perennemente sfuggire. Anzi, vi avremmo già dovuto trovare una risposta o dovremmo farlo al più presto.