Something is Killing the Children vol. 1: Non andate nel bosco, la recensione

In Something is Killing the Children riconosciamo la matrice di Stephen King, ma considerarlo un prodotto derivativo sarebbe limitato

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Something is Killing the Children vol. 1, anteprima 01

Ad Archer's Peak si stanno verificando eventi inquietanti, da quando un gruppo di ragazzini non ha fatto ritorno dal bosco: di alcuni di loro sono stati ritrovati i cadaveri, mentre altri sembrano scomparsi. Il giovane James è l'unico sopravvissuto e dice di aver visto una strana creatura, ma tutti lo prendono per pazzo, ipotizzando addirittura che possa essere lui il colpevole dei brutali omicidi. Una cittadina della provincia americana, bambini al centro di una vicenda horror e incubi sovrannaturali: ci sono tutti gli ingredienti per pensare di essere al cospetto dell'ennesimo epigono di Stephen King che vuole cavalcare l'onda di Stranger Things, ma fortunatamente Something is Killing the Children è qualcosa in più. Riconosciamo la matrice del celebre scrittore di Portland (con echi di It e La bambina che amava Tom Gordon) ma considerare questo fumetto un prodotto derivativo sarebbe un giudizio limitato: pur avendo letto solo i primi cinque episodi si può già riconoscere un'identità abbastanza definita, che arriva addirittura a evocare atmosfere lovecraftiane.

In questo quadro che può rientrare in un genere narrativo preciso viene però introdotto un elemento straniante in grado di mescolare le carte in tavola: Erica Slaughter, ragazza a metà tra un'agente degli X-Files e Buffy l'Ammazzavampiri, giunta ad Archer's Peak per occuparsi della misteriosa carneficina. Si tratta di un personaggio fuori dagli schemi che spicca sul resto del cast, soprattutto grazie alla caratterizzazione grafica di Werther Dell'Edera, degna di uno shonen manga: due grandi occhioni, un ciuffo biondo a coprirle metà del volto, una bandana con un inquietante ghigno e un pupazzo di un polpo con il quale si confida. Come per l'Attica di Giacomo Bevilacqua, siamo di fronte a un altro ottimo esempio di come autori nostrani cresciuti immersi nell'immaginario nipponico possano rielaborarlo per metterlo al servizio di qualcosa di nuovo.

Something is Killing the Children vol. 1, anteprima 02

La sceneggiatura di James Tynion IV cattura il lettore con un andamento rarefatto, improvvisamente sconvolto da cliffhanger di fine episodio o scene di forte impatto. La lettura alterna tavole singole ad altre doppie pagine in cui le vignette si sviluppano orizzontalmente, una scelta che per ora non è stata ancora sfruttata al meglio dal punto di vista visivo ma comunque è già diventata una cifra stilistica in grado di caratterizzare l'opera.

"Riconosciamo la matrice di Stephen King ma considerare questo fumetto un prodotto derivativo sarebbe un giudizio limitato"Al di fuori di Erica e James, gli altri abitanti di Archer's Park sono appena accennati, quasi delle comparse sullo sfondo a servizio della trama; c'è però un terzo personaggio che verso la fine del primo volume diventa un ruolo di spicco e l'impressione è che molte altre figure potrebbero assurgere a una maggiore profondità ed essere approfondita. Non andate nel bosco è una lettura avvincente e fuori dall'ordinario, non lascia modo di immaginare la direzione che prenderà Something is Killing the Children: potrebbe finire nel giro di un paio di episodi (ma sappiamo che non è così, essendo giunto negli USA all'undicesimo albo) oppure continuare per chissà quanti altri volumi. Gli sguardi sibillini, le frasi che lasciano intuire retroscena più ampi e i fulminei flashback in grado di aprire finestre su altri mondi, sono indizi gettati per seminare qualcosa. L'impressione è che si tratti soltanto dell'inizio di un racconto pronto a dissotterrare oggetti preziosi nascosti in profondità, senza però trascurare la soddisfazione nella lettura fin dalle prime battute.

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