Snake Eyes: G.I. Joe - Le origini, la recensione
Imitando i franchise maggiori anche G.I. Joe sceglie un personaggio, Snake Eyes, per quello che annunciano come il primo di vari prequel
C’è una pietra magica che rimane a mezz’aria in una specie di contenitore nascosto dietro una parete che si apre a iride solo dopo aver verificato il DNA di chi la vuole aprire. C’è un castello da Giappone feudale ma pieno zeppo di tecnologia più futura di quella attuale. Poi in giardino c’è una voragine costruita dall’uomo, senza scale, cadendo nella quale si accede ad un’arena in cui un apposito meccanismo apre delle grate da cui escono dei pitoni giganteschi “vecchi quanto il tempo”.
Lo si vede molto bene nelle parti di investigazione. Il protagonista infatti ha visto il padre morire per mano di un assassino da piccolo e da grande è ancora ossessionato da quell’evento, ha imparato le arti marziali ed è diventato un combattente per trovare quell’uomo. Quando finalmente ne ha l’occasione dovrà fare il doppio gioco in una importante famiglia giapponese (quella del castello feudale con tecnologie avanzate e boa giganti) per guadagnarsi il diritto ad avere la testa dell’assassino. Nella famiglia qualcuno sospetta di lui e lo pedina. E quelle sono proprio le parti terribili, in cui Snake Eyes rivela tutte le difficoltà nel muoversi un po’ fuori dai suoi modelli che già sono terra terra.
Il punto è che Snake Eyes è un fumettone, è tutto stilizzato e sacrifica ogni cosa nella creazione di un mondo unico e personale, che poi unico non lo è proprio per niente (basti vedere la Tokyo fatta di neon). Le regole visive contano più di quelle logiche, l’unione di tradizionale e modernissimo è la cosa più importante. Che è anche un principio corretto per l’action moderno, solo che poi l’azione lascia molto a desiderare. È totalmente priva di una sua narraziona interna (eccezion fatta per il confronto finale con il grande villain) e sembra più che altro di assistere ad una serie di allenamenti più che a dei combattimenti all’interno di una storia.
Tutto sarebbe finalizzato ad essere un prequel della saga G.I. Joe e quindi denso di indizi e riferimenti ma la modestia del film si riflette anche sulla modestia della funzione di prequel. Il personaggio in questione ha una caratteristica sola: è misterioso e non parla praticamente mai, qui non capiamo perché.