Smokin' Parade 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo numero di Smokin' Parade, shonen di Jinsei Kataoka e Kazuma Kondo

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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In Italia abbiamo conosciuto l'affiatata coppia composta da Jinsei Kataoka e Kazuma Kondo nella trasposizione a fumetti dell'anime Eureka Seven (2005) dello studio Bones, e in seguito sullo shonen da loro ideato, Deadman Wonderland (2007). L'ultima fatica dei due si intitola Smokin' Parade, e come i precedenti titoli è pubblicata in patria da Kadokawa e distribuita in Italia da Planet Manga. La serie, attualmente in corso, ha esordito nell'agosto del 2015 sulla rivista Monthly Shonen Ace. Il quarto tankobon è stato pubblicato in Giappone nell'ottobre del 2017, mentre l'etichetta di Panini Comics dedicata al fumetto orientale lo porterà sui nostri scaffali il prossimo 13 settembre.

Abbiamo letto per voi il volume d'esordio, che introduce il nuovo mondo distopico creato dai due mangaka, un futuro imprecisato in cui i progressi della Medicina rendono possibile la completa rigenerazione cellulare di un organo e il suo reimpianto nel corpo dell'individuo che ne è stato privato. Questa incredibile conquista ha però due pericolose e inquietanti complicazioni: la rivoluzionaria tecnologia è in mano a un'unica azienda privata, la Amenatori, dal profilo tutt'altro che rassicurante; il trapianto non provoca un rigetto nel paziente, ma può in alcuni casi trasformarlo in uno Spider, un assassino bestiale e perverso, totalmente fuori controllo.

A farne una più che mai traumatica esperienza è il protagonista della vicenda, il quindicenne Yoko Kakujo, che vede la propria esistenza fatta letteralmente a pezzi. Un'ancora di salvezza gli viene offerta da un misterioso gruppo di combattenti: cacciatori di Spider dai fisici altamente potenziati e dotati di formidabili arti meccanici, i cosiddetti gear. La task force, che non si dimostra meno spietata delle sue prede, si fa chiamare Jackalope, come una delle tante famose fearsome critters, le creature fantastiche del folklore nordamericano. In effetti, i membri della squadra hanno delle strane protuberanze appuntite che spuntano dalla testa, ma lo pseudonimo riferito alla leggendaria lepre dalle corna di antilope può essere intesa anche come una sottile allusione al loro essere ibrido, come lo sono i cyborg.

I riferimenti a illustri predecessori si sprecano; tuttavia, rispetto ai capisaldi imperniati sulla commistione uomo-macchina che affondano le radici nella tradizione del manga moderno, da Osamu Tezuka a Go Nagai, da Katsuhiro Otomo a Masamune Shirow, Kataoka e Kondo preferiscono concentrarsi - più che sugli effetti di tale dualità - sulla sua stessa essenza enfatizzandone l’anomalia e la stravaganza, dilatando il lato più selvaggio, impetuoso e terrificante della doppia natura; il che significa anche ambiguità e un fragile equilibrio tra bene e male, tra angelo e demone. Anche relativamente alla totale assenza di censura nelle scene di violenza, risulta più forte l'influenza di grandi successi più o meno recenti, come L’Attacco dei Giganti di Hajime Isayama o - per citare due seinen - Terra Formars di Yu Sasuga e Ken-ichi Tachibana e Tokyo Ghoul di Sui Ishida.

Certo, è difficile considerare uno shonen questo Smokin' Parade, come già lo è stato con Deadman Wonderland per la crudezza del racconto; non rientra in tale categoria per l’assenza di evidenti riferimenti sessuali, sebbene le figure femminili della storia siano decisamente attraenti e provocanti. Il lettore deve però vantare uno stomaco forte e un cuore a prova di cardiopalma: in cambio verrà ricompensato da una massiccia dose d'azione e di combattimenti, nonché di shock mozzafiato, dato che il ritmo sequenziale di Kataoka è roboante e il tratto di Kondo ricercato.

Questo primo volume pone degli ottimi presupposti per il prosieguo della serie, con la possibilità di offrire chiavi di lettura più sottili se saprà approfondire il contrasto interessante tra le mostruosità che possono scaturire dalla Biogenetica e dalla Bioingegneria; magari sfiorando le implicazioni etiche che sono al centro di un dibattito quanto mai rilevante, con i ritrovati di queste due fondamentali scienze che vengono applicate alla Medicina.

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