Smetto Quando Voglio, la recensione

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Qualche giorno fa stavo riguardando alcune foto di classe e mi sono tornati alla mente episodi del periodo scolastico: il me stesso odierno dà un peso differente ai problemi dell’adolescenza e si comporterebbe in modo diverso di fronte alle esperienze vissute in passato.
Perché non sono stato il ragazzo più popolare della scuola? Perché ho comprato quel vestito imbarazzante che trovavo tanto figo, ma che invece ha suscitato solo tante risate? Perché quella sera ho preferito starmene a casa invece che andare a quella festa? Perché non ho avuto il coraggio di rivolgere la parola alla ragazza che mi piaceva?
Col senno di poi probabilmente farei altre scelte, ma ciò che è successo non si può riscrivere… e se invece avessi una seconda possibilità?
E’ quello che succede a Andy Wicks, quarantenne che si sottopone a una seduta di ipnosi per smettere di fumare e viene catapultato indietro nel tempo, ritrovandosi tra i corridoi del suo liceo circondato dai compagni e dai professori assieme ai quali è cresciuto.

Alex Robinson è un autore americano di fumetti indie, vincitore di due Harvey Award e un Ignatz Award, che arriva per la prima volta nel nostro Paese con la sua opera più recente. Il titolo italiano, Smetto quando voglio, si focalizza sul tema della dipendenza dal fumo, in realtà solo un pretesto per far tornare il protagonista indietro nel tempo, qualche giorno prima che fumi la sua prima sigaretta. Questo viaggio surreale gli permette soprattutto di fare i conti con la sua vita passata, con gli amici, gli amori e la famiglia, risolvendo qualche situazione lasciata in sospeso al "primo tentativo". Molto più adatto il titolo originale, Too Cool to Be Forgotten (Troppo Figo per Essere Dimenticato) che sottolinea la volontà di Alex di lasciare un segno nel microcosmo scolastico, nel quale 25 anni prima era stato solo un emarginato che a fatica legava coi compagni di scuola e che non era diventato popolare.
La storia dell'uomo adulto che ha l'occasione immergersi nuovamente nell'universo giovanile, trovandosi in un corpo da bambino/adolescente ma con una mente più matura, non è certo un soggetto che brilla per originalità, ma l'autore riesce a svilupparlo senza annoiare nemmeno per una pagina. Robinson infatti rappresenta alla perfezione la mentalità e l'angoscia proprie di quell'età con un occhio disincantato, catturando il lettore con momenti di spensieratezza e comicità, nei quali è impossibile non riconoscersi o non dire "anch'io in quella situazione avrei fatto proprio così..."
E poi, quando meno te lo aspetti, arriva la pugnalata al cuore, e spuntano dei brividi di commozione che non ti aspetteresti mai di provare per un'opera all'apparenza così leggera.

L’elevato prezzo dell’edizione italiana non può essere giustificato solo dalla copertina cartonata, considerando che ci troviamo di fronte a un volume con poco più di un centinaio di pagine di piccole dimensioni, in bianco e nero. Non si spiega il motivo di questa scelta impopolare, perché il costo al quale Panini propone Smetto quando voglio al pubblico italiano potrebbe allontanare molti potenziali lettori da un piccolo gioiello in grado di sorprendere ed emozionare, che meriterebbe di essere scoperto dalla platea il più ampia possibile.

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