Slumberland - Nel mondo dei sogni, la recensione
Slumberland - Nel mondo dei sogni è un film con diversi problemi, che racconta una storia interessante, ma senza un preciso target
La recensione di Slumberland - Nel mondo dei sogni, disponibile su Netflix dal 18 novembre
Da un’idea costruita proprio attorno a un media specifico è sempre difficile realizzare una trasposizione soddisfacente. In questo caso ci prova Francis Lawrence (Constantine, Red Sparrow), con il suo Slumberland - Nel mondo dei sogni, film disponibile su Netflix che vede protagonisti un Jason Momoa gigione e la giovanissima Marlow Barkley. Incuriositi dalla possibilità di vedere le oniriche pagine del fumetto portate sul piccolo schermo, abbiamo quindi deciso di tuffarci all’interno del mondo dei sogni. E il risultato non può essere più coerente di così, dato che il film ci ha intrattenuto per tutta la sua durata, ma, proprio come i succitati sogni, difficilmente ce lo ricordiamo il mattino successivo.
UNA STORIA ALLA RICERCA DI UN PUBBLICO
La protagonista di questa storia è la piccola Nemo che, dopo la morte del padre in mare, è costretta ad andare a vivere da suo zio Philip. Il dolore provato dalla ragazzina per la perdita del genitore si mescola allo stupore quando incontra per la prima volta Flip, una creatura dei sogni che sembra avere un legame con suo padre Peter. Ha quindi inizio un magico viaggio nel mondo onirico, luogo nel quale Nemo potrà finalmente rivedere suo padre un’ultima volta.
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Il risultato è una versione “light” di altre pellicole come Sette minuti dopo la mezzanotte o del più noto Un ponte per Terabithia, ma senza raggiungerne mai la profondità emotiva.
LA PUNTA DI DIAMANTE SBAGLIATA
Il cast di Slumberland - Nel mondo dei sogni ci ha lasciati abbastanza interdetti. Marlow Barkley, qui alla sua prima prova, è molto convincente, dimostrando una dolcezza unica che speriamo di rivedere in futuro. Il vero problema del film, però, è quello che dovrebbe essere il suo punto di forza: il personaggio di Flip.
Jason Momoa non ha mai dimostrato grandi doti recitative, ma nella pellicola di Lawrence potrebbe aver raggiunto il suo momento più basso. L’interpretazione del folle satiro dei sogni costringe l’attore ad andare in costante overacting, elemento interessante se Momoa fosse in grado di padroneggiare il concetto di “acting”. Quello che ne esce, purtroppo, è un personaggio sconclusionato, emotivamente poco coinvolgente e di scarso spessore. Ineccepibile, ovviamente, la prestanza fisica dell’attore, che dalle immagini sembra nato per il ruolo, ma che si scontra inevitabilmente con la difficile realtà del cinema in movimento.
Ad ogni modo, la chimica tra i vari personaggi sul set funziona e il film riesce comunque a far passare una serata in famiglia senza il desiderio di spegnere il televisore. Peccato, però, per lo spreco di potenziale fantasmagorico offerto dalle storie di Winsor McCay, trasportate sullo schermo in modo approssimativo da una CGI non sempre all’altezza.
Se siete alla ricerca di un’opera con la quale passare un paio d’ore insieme alla vostra famiglia, Slumberland - Nel mondo dei sogni potrebbe fare al caso vostro. Se nutrivate anche un minimo di aspettative nei confronti del film, però, state molto attenti, perché potreste uscirne estremamente delusi.