Skull Island (stagione 1), la recensione
Nonostante sia pensata per un pubblico giovane, Skull Island è una serie che scorre senza intoppi, ma che trascura fino all'ultimo Kong
Skull Island la recensione della stagione 1, disponibile su Netflix dal 22 giugno
La trama di Skull Island
Sono gli anni novanta, un bastimento di esploratori si imbatte in una naufraga, che chiede del suo cane ed è tutto tranne che socievole. A bordo della nave il giovane Charlie, figlio del capitano che non vede l'ora di andare al college, il suo migliore amico Mike, che ha vissuto sempre sulla nave con il padre scienziato. Ovviamente, Charlie non è a conoscenza del grande piano del padre: cercare una misteriosa isola dove si narra ci siano creature mai viste. Dopo aver salvato Annie (questo il nome della ragazza), la nave viene attaccata prima da due mercenari, e poi da un'enorme creatura simile a un polpo. La nave affonda, causando molte vittime e Charlie e Mike si risvegliano su un'isola mai vista al centro di un'impronta gigantesca.
Si apre così Skull Island, che nel corso degli episodi successivi cercherà di raccontare una storia ricca di misteri (e di un po' meno di colpi di scena) che poterà Charlie e Mike a conoscere meglio sia Annie che i propri genitori. Sullo sfondo, creature mostruose vogliose di cibo e Kong stesso, un tempo protettore dell'isola, ma ora isolato come un'eremita in un tempio.
Nonostante sia pensata per un pubblico giovane, la storia scritta da Brian Duffield e Jacob Robinson scorre senza intoppi, pur mostrando molto poco il re delle scimmie, se non nelle battute finali. Data la conclusione aperta, mi aspetto che alcune delle questioni irrisolte verranno chiarite in un'eventuale stagione 2, magari ricollegandosi all'inizio di Godzilla vs Kong. Ma al momento non abbiate paura, questo prodotto del Monsters Universe di Legendary Pictures può essere visto anche singolarmente senza alcun problema.
L'isola dei grandi mostri
Dietro Skull Island, Powerhouse Animation Studios, già autori di Masters of the Universe: Revelation e Castlevania, e il character design degli umani ricorda infatti le precedenti serie dello studio. Proprio gli umani risultano i più cheap e, protagonisti esclusi, non riescono a lasciare il segno. Anche i mostri, purtroppo, non brillano per innovazione, proponendo design scialbi e già visti. Il doppiaggio inglese però è molto buono, e può contare su talenti come Betty Gilpin (GLOW) e Nicolas Cantu (Tartarughe Ninja Caos Mutante) .
Skull Island scorre piacevolmente senza intoppi, anche per un minutaggio contenuto che non lascia tempo a momenti morti. Chi però vuole vedere una serie su Kong sappia che non la troverà, o per lo meno, il re del scimmie non è presente quanto sembrava dai trailer, un po' come accadeva nel primo film di Godzilla del Monsters Universe. Chissà se in una papabile seconda stagione vedremo anche il lucertolone oltre che allo scimmione.