SKAM Italia (quarta stagione): la recensione
La nostra recensione della quarta stagione di SKAM Italia
La teenager cerca infatti di capire il proprio posto nel mondo, trovandosi divisa tra i valori e ciò in cui crede e la vita quotidiana delle sue coetanee durante mesi all'insegna di test per l'ammissione all'università, una potenziale vacanza a Mykonos, incomprensioni e sentimenti che fatica a gestire e accettare, scontrandosi in parte con le linee guida legate alla sua religione.
I dilemmi interiori che contraddistinguono la vita quotidiana di Sana la portano ad allontanarsi dal suo gruppo di amiche composto da Eva (Ludovica Martino), Silvia (Greta Ragusa) e Federica (Martina Lelio) (assente Eleonora che sta trascorrendo l'anno scolastico altrove insieme a Edoardo) a causa del suo diverso stile di vita che fa emergere non poche incomprensioni e reazioni a volte brusche animate dall'incapacità di capire realmente il punto di vista dell'altro. La teenager si scontra così con la convinzione che i suoi coetanei non capiscano realmente la scelta di indossare il velo o restare vergine, situazione che porta a un emozionante confronto con Martino (Federico Cesari), che si inserisce senza alcun dubbio tra i momenti più memorabili e importanti dell'intera serie grazie alla sua rilevanza sociale e importanza per la sua capacità di dare voce a chi si sente emarginato puntando l'attenzione sulla rappresentazione di una diversità che ormai fa parte integrante della società contemporanea, e a una conversazioen onesta con la madre.
I dieci episodi della quarta stagione di SKAM Italia possono contare su una sceneggiatura, realizzata in collaborazione con la sociologa Sumaya Abdel Qader e frutto di un attento lavoro di ricerca (qui le dichiarazioni compiute durante la conferenza stampa), che risulta, in particolare verso il finale, molto equilibrata nel rappresentare ciò che prova e pensa Sana e al tempo stesso la prospettiva delle sue amiche, senza esitare a mostrare i lati negativi dei comportamenti di tutte le protagoniste, elemento che rende la serie realistica e importante per portare sul piccolo schermo una rappresentazione priva di stereotipi e filtri dei giovani musulmani di seconda generazione, costantemente sospesi tra due mondi quasi in opposizione.
Beatrice Bruschi è impeccabile nel mostrare la frustrazione e il dolore provato da Sana nel suo sentirsi diversa, incompresa e fuori posto, regalando nelle ultime puntate dei momenti emozionanti che l'hanno messa a prova come attrice e dimostrando il suo impegno nel voler interpretare in modo onesto e accurato i gesti e i comportamenti delle teenager di fede musulmana. Come accaduto nelle stagioni precedenti, gli altri personaggi rimangono un po' in secondo piano, pur confermando l'ormai ottimo feeling che si è stabilito tra i membri del cast; tra gli interpreti emerge però nuovamente Federico Cesari che con il suo Martino Rametta porta in scena un giovane la cui sensibilità e dolcezza è evidente.
Mehdi Meskar, il nuovo arrivo con la parte di Malik, nonostante il poco spazio riesce comunque a farsi notare in particolare con le sue interazioni con Sana che permettono di dare spazio a riflessioni sulla fede importanti e ben scritte nel dare voce ai dubbi dei giovani che si chiedono cosa sia necessario per essere brave persone.
Lo showrunner Ludovico Bessegato si conferma come un'ottima guida per la versione italiana di SKAM che continua a proporre una serie che si contraddistingue per l'alta qualità tecnica, con fotografia alla pari di molte opere cinematografiche, e un montaggio (completato a distanza a causa del Coronavirus) che costruisce bene il ritmo narrativo trascinando gli spettatori in un turbine di emozioni che lascia il segno.
Impossibile poi non citare, parlando della serie realizzata da Cross Productions, la colonna sonora che accompagna le puntate sottolineando con bravura ogni emozione e i momenti più significativi della narrazione.
SKAM Italia ha la rara capacità di mettere in secondo piano i difetti presenti tra i tasselli che compongono questo progetto così significativo regalando una rappresentazione davvero sincera dell'amicizia e della vita degli adolescenti e la decima puntata riesce a lasciare la voglia di una continuazione del racconto, rendendo difficile pensare a un addio a questo gruppo di amici in cui è davvero facile immedesimarsi e per cui diventa, a ogni età, quasi impossibile non provare affetto.