SIP Kids, la recensione
SIP Kids: Terry Moore torna a raccontare le avventure dei personaggi di Strangers in Paradise in versione bimbi
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
SIP Kids riprende infatti le versioni infantili di Francine, Katchoo e degli altri personaggi, immaginando che tutti si conoscessero già ai tempi della prima elementare. Il risultato sono quattro episodi ambientati tra partite di calcio in cortile, vacanze sugli sci, ore di ginnastica, feste di compleanno e raccolte di dolcetti la sera di Halloween; il tutto raccontato con uno stile nel quale è difficile non rivedere la forte influenza che Charles Schulz ha avuto sull'autore.
Le situazioni su cui si basano le trame sono semplici ed efficaci, ma purtroppo il modo in cui vengono sviluppate non sfrutta al meglio le potenzialità dell'operazione. La lettura, dunque, si riduce quasi a un fanservice rivolto esclusivamente ai fan più agguerriti di Strangers in Paradise, mentre è priva di interesse per chiunque non conosca già i personaggi originali. Sarebbe stato preferibile sfruttare lo stesso cast per un prodotto in grado di reggersi sulle proprie gambe.
Non si capisce poi perché alcuni episodi si concludano lasciando la trama in sospeso, come se dovesse continuare successivamente; cosa che puntualmente non avviene, rendendo la narrazione decisamente frammentata. Nemmeno i personaggi sono un rifugio in cui poter trovare delle sicurezze e una garanzia di qualità: il passaggio all'infanzia li trasforma in macchiette parodistiche, in alcuni casi così estreme da apparire quasi afflitti da patologie.
Spiace pensare che Moore possa aver trattato con tanta superficialità le versioni alternative di un cast delineato nel corso di anni, con grande cura e sensibilità.