Silver Surfer: Nero, la recensione

Silver Surfer: Nero è una grande rilettura dell'icona Marvel caratterizzata dall'estro di Donny Cates e dal segno visionario di Tradd Moore

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Silver Surfer: Black #1, anteprima 01

L’ha fatto di nuovo. Sfruttando quelle che sono le sue armi migliori, Donny Cates è riuscito a regalarci l’ennesimo, incredibile viaggio nel mito di uno dei più iconici personaggi Marvel. Panini Comics ha da poco raccolto nel cartonato Silver Surfer: Nero la miniserie che vede lo scrittore texano alle prese con la creatura del Re dei Comics Jack Kirby insieme all'estroso, incontenibile Tradd Moore, co-creatore del nuovissimo Ghost Rider. Come già avvenuto con Thanos vince! e Venom, il bad boy del Fumetto americano ha prodotto un'opera di grande spessore perfettamente inserita nella continuity ufficiale della Casa delle Idee: un fumetto che grazie al suo collega è inoltre uno spettacolo psichedelico e una gioia per gli occhi.

La vicenda scaturisce dagli eventi narrati sulle pagine di Guardiani della Galassia 1, scritto dallo stesso Cates, focalizzandosi sul solo Norrin Radd e sulla sua esperienza nell’abisso e procedendo lungo binari tutti suoi che permettono una fruizione immediata e indipendente. Questo inquietante viaggio nel vuoto non poteva che diventare metafora della condizione fisica e mentale del protagonista, che porta sulle sue spalle il fardello degli anni in cui era l'araldo di Galactus, quando da messaggero di morte ha contribuito a spazzare via milioni di vite e civiltà, mentre avrebbe preferito vivere pacificamente e amare per il resto dei suoi giorni.

Partendo da queste suggestioni, centrali nella caratterizzazione primigenia di Silver Surfer, Cates struttura un’epopea fantascientifica in cui vediamo il Nostro combattere, cadere, rialzarsi, sbagliare e ricredersi, fino all’ultimo capitolo: pagine intrise di drammaticità che portano a compimento un percorso di redenzione e chiudono un importante capitolo della sua vicenda personale. In tutto ciò, la componente mistico-religiosa resta preponderante e contribuisce a conferire ulteriore profondità al racconto, creando continuità nella mitologia del Surfista d'Argento.

"Un'opera di grande spessore perfettamente inserita nella continuity ufficiale della Casa delle Idee"È questo che Cates riesce a fare ogni volta: metabolizzare l'intera storia editoriale di un'icona che ha vissuto ogni genere di avventura per distillarne l'essenza e creare una nuova storia ricca di umanità e dai toni epici, a volte anche esagerati ma sempre incredibilmente coinvolgenti.

Superbo il lavoro di Moore, il quale abbraccia soluzioni simboliste che danno forma alle tante suggestioni intrise nella sceneggiatura: le vignette e i personaggi al loro interno sono materia liquida in continua evoluzione, macchie in movimento che si adattano alle emozioni sprigionate dalla trama e alle ambientazioni cosmiche che torrenziali accompagnano la lettura. L’esplosione di tinte vivaci voluta da Dave Stewart viene così bilanciata dai neri del disegnatore, che come un ammonimento sono sempre pronti ad avvolgere ogni cosa, come l'oblio che ha catturato Norrin Radd, fuori e dentro di lui.

Un contrasto sublime che eleva questa grande storia di caduta e risalita, morte e rinascita a una delle produzioni Marvel più alte degli ultimi anni. Silver Surfer: Nero, uscito lo scorso gennaio, è dunque già uno dei migliori fumetti dell'anno.

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