Gli Anelli del Potere 1x06, "Udûn": la recensione

La nostra recensione del sesto episodio de Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, intitolato Udûn e disponibile su Prime Video

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Spoiler Alert

La nostra recensione de Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, intitolata Udûn, disponibile su Prime Video.

Il sesto episodio de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è essenzialmente monotematico. Vanno in pausa le sottotrame dei Pelopiede e di Khazad-Dum per concentrarsi esclusivamente sul filone della guerra nelle Terre del Sud, che vede finalmente convergere i personaggi e le trame di Numenor e della colonia umana.

L’intero episodio è essenzialmente il racconto della battaglia tra le forze degli orchi guidate dal misterioso Adar e quelle degli uomini capeggiate dall’elfo Arondir e dall’umana Bronwyn. Una battaglia che si snoda narrativamente tra alti e bassi, ma con un finale inaspettato che spariglia le carte in tavola e apre la strada a un gran finale per la serie.

La Battaglia delle Terre del Sud: Pro…

Ma procediamo con ordine: sul piatto dei pro, la battaglia delle Terre del Sud può vantare innanzitutto la consueta eccellenza nel reparto tecnico e visivo: regia chiara, nitida e veloce, scene d’azione sempre comprensibili e ritmo serrato. È di aiuto anche il fatto che il destino di nessun personaggio sia scritto nella pietra, uno dei punti di forza forniti dal fatto di lavorare su personaggi originali, cosa che non dà l’esito dello scontro per scontato e lascia giustamente temere per la sorte dei combattenti.

Sul fronte dei personaggi, un intenso faccia a faccia verbale tra Galadriel e Adar conferisce finalmente un maggior spessore e tratti intriganti alla figura dell’antagonista, andando a pescare nella preistoria tolkieniana i primi elfi corrotti per creare la razza degli orchi e dando anche una spiegazione al nome del personaggio, “padre”.

… e contro

Detto questo, la battaglia presenta anche qualche problema a livello narrativo. Per una serie che ha toccato i suoi momenti migliori quando ha scelto di andare per la sua strada ed evitare il confronto diretto con le vicende della trilogia cinematografica del Signore degli Anelli, i rimandi alle battaglie di quella trilogia appaiono a tratti eccessivi, seguendo punto per punto una scaletta già scritta e già molto nota: scontro iniziale relativamente alla pari, finta speranza di vittoria, contrattacco del nemico, crisi che precipita e sconfitta imminente, e arrivo finale dei rinforzi/cavalleria (in senso letterale) a risolvere la situazione.

Non solo la battaglia delle Terre del Sud sciorina ordinatamente tutti questi punti, ma inanella anche qualche stereotipo di troppo delle scene d’azione in generale: in questo solo episodio saranno almeno due o tre le scene in cui l’eroe di turno si scontra con un cattivo più potente che arriva a un soffio dall’ucciderlo per poi essere eliminato all’improvviso da qualcuno che lo colpisce alle spalle. In breve, più originalità e meno stereotipi avrebbero reso la battaglia forse più memorabile.

Questo problema si combina a un altro aspetto, che è quello della scala: lo scontro in questione si svolge, a conti fatti, su scala abbastanza ridotta: numeri ed entità dei combattenti in campo sono limitati, cosa che rema contro il respiro epico che l’incalzare della storia ambirebbe a raggiungere. Probabilmente è ingiusto cercare in un episodio televisivo la scala e il budget di una produzione cinematografica e sicuramente battaglie di più ampio respiro ci attendono in futuro, ma proprio il voler cercare il raffronto ravvicinato a livello di trama con un Fosso di Helm o un Pelennor mette in evidenza come il risultato finale sia una riproposizione in sedicesimo di quei conflitti. Tanto più che questo stride con il “feeling” storico in cui ci muoviamo: teoricamente, le battaglie della Seconda Era dovrebbero essere quelle titaniche e leggendarie al cui confronto quelle della Terza Era appaiono come un’ombra, e non viceversa. Ma ci sarà tempo per alzare la posta su quel fronte, speriamo.

Il colpo di scena finale

Se l’episodio finisse qui, come fino a un certo punto sembra che accada, ci troveremmo di fronte a una puntata d’azione dignitosa e piacevole, ma non certo memorabile. Fortunatamente, gli ultimi cinque minuti arrivano a sovvertire la situazione. Stavolta il “non detto” e la natura seriale della narrazione giocano a favore della storia e sovvertono un ‘aftermath’ della battaglia tranquillo e sereno in una vera e propria apocalisse finale. Il ‘fuori scena’ che cambia le carte in tavola è ben giocato e riesce non solo a trasformare una blanda vittoria dei popoli liberi in una sconfitta devastante, ma anche a dare ulteriore credito alla mente e alla determinazione di Adar, che orchestra il finto conflitto e strappa la vittoria a livello strategico.

Le scene finali che vedono la pioggia di fuoco (il fuoco di Udun, altro collegamento ben piazzato) investire le terre e gli eserciti del sud sono imponenti, apocalittiche e danno la sensazione, stavolta sì, di assistere a un momento leggendario, anche se terribile. L’accaduto chiude, da un certo punto di vista, i giochi sul fronte militare e mette in discussione la sorte di molti personaggi, preparando il terreno per un finale che non mancherà di tenere sulle spine. In una terra dove “l’ombra cupa scende”, in senso molto letterale!

Conclusione

In conclusione: la maggior parte dell’episodio è incentrata sull’azione e sulla battaglia, offrendo scene interessanti e un buon ritmo, ma senza molto che lo contraddistingua da altre battaglie fantasy simili (e anzi a volte soffrendo un po’ il confronto diretto con quelle più famose). Il colpo di scena finale, però, risolleva le sorti e apre la strada a un finale di stagione potenzialmente dirompente, ricordandoci, fortunatamente, che non tutto è come sembra. Una scelta, questa sì, coraggiosa e da applaudire.

Trovate tutte le informazioni su Gli Anelli del Potere nella nostra scheda.

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