Gli Anelli del Potere 1x05, "Separazioni": la recensione

La recensione del quinto episodio de Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, disponibile su Prime Video

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Con il quinto episodio, Partings, “Separazioni”, Gli Anelli del Potere supera la boa di metà stagione e dovrebbe avviarsi verso la chiusura di questo primo arco narrativo. Lo fa, ma lo fa a passi molto piccoli e lenti, una caratteristica accentuata già dal fatto che anche l’episodio precedente portava avanti le varie trame a dosi razionate. Normalmente non c’è niente di male in un episodio che si prende i suoi tempi e dà la precedenza all’approfondimento e alle interazioni tra i personaggi, e anche in questo caso alcune scene sono utili e interessanti da questo punto di vista. Stavolta però il tentativo è ostacolato dal fatto che è il secondo episodio di fila di questo tipo, e soprattutto dal fatto che sembra fare passi indietro rispetto a sviluppi che sembravano già assodati (seguono alcuni spoiler minori).

Sviluppi graduali

Il primo esempio è dato dalle vicende di Numenor, dove sembrava acclarato che la missione di soccorso militare per la Terra di Mezzo stesse per partire. Dubbi, ripensamenti e atti di sabotaggio rallentano invece la partenza, e solo alla fine dell’episodio torniamo al momento della partenza dell’esercito annunciata per la volta scorsa.

Le cose procedono più o meno analogamente sul fronte dei Pelopiede, che hanno in più la benedizione di avere un cast simpatico e portano dei sani momenti di alleggerimento nella trama, ma si ha anche qui una sensazione di more of the same. Lo Straniero sfoggia poteri strani e misteriosi, i Pelopiede non sanno che pesci pigliare e ne sono un po’ spaventati, Nori garantisce per lui e così via.

Sul fronte delle Terre del Sud, anche lo scontro tra la comunità umana e l’orda degli orchi viene rimandata a data ventura a causa di una scissione tra la popolazione umana che porta metà della comunità a saltare la barricata e a schierarsi con l’invasore.

Ombre sul futuro

Non tutto è una ripetizione e si muovono piccoli passi sul fronte dell’approfondimento e della caratterizzazione, specialmente sul fronte di Numenor, dove acquista valore e spessore la figura di Elendil, un militare onesto e integerrimo che deve barcamenarsi tra gli intrighi e i compromessi di una situazione politica fluttuante. Si fa lentamente strada la figura di Adar, che sembra destinato a diventare il “collante” del conflitto e la figura di antagonista principale di questa stagione, ma che al di là di qualche atto di ‘villainy’ sindacale come maltrattare i sottoposti e bullizzare i prigionieri deve ancora trovare una chiave di lettura che lo contraddistingua come figura speciale. Anche l’introduzione, purtroppo soltanto accennata, di un gruppo di misteriose e potenti figure sulle tracce dello Straniero potrebbe presagire a futuri sviluppi rilevanti su quel fronte.

Il destino degli elfi

Le dolenti note arrivano sul filone nanico-elfico che collega il Lindon a Khazad-Dum (di nuovo, seguiranno piccoli spoiler): in un plot twist indubbiamente inaspettato ma narrativamente spiazzante, l’intera missione di ambasciata di Elrond presso i nani si rivela essere dettata da una necessità stringente che incombe sul popolo elfico. La ‘luce degli elfi sta per spegnersi’ e per sopravvivere, il popolo elfico ha bisogno dell’appena scoperto mithril, metallo che pare racchiudere la luce dei primigeni Silmaril e che impedirà agli elfi di trasformarsi in ombre spettrali e svanire nel nulla.

A caldo, questo sviluppo narrativo suona sia improvvido che inverosimile. Gli elfi che devono ‘ricaricarsi di luce’ tramite un metallo è un espediente che suona più vicino a un platform game che non all’epica tolkieniana, e accentuarlo fino al punto di mettere in discussione la sopravvivenza dell’intera razza elfica appare macchinoso e gratuito. Costituisce per di più una deviazione marcata da quella che era l’unica sottotrama legata al titolo dell’opera, Gli Anelli del Potere, che a questo punto saranno probabilmente a malapena accennati ancora o rimandati alle stagioni future. Un macigno che piomba sulle trame in corso e di cui si poteva tranquillamente fare a meno.

Conclusione

Resterà da vedere come la cosa verrà portata avanti, naturalmente, ma allo stato attuale è una deviazione di cui si sarebbe potuto facilmente fare a meno e che costituisce, questa volta sì, un distacco eccessivo dalla lore essenziale della Terra di Mezzo.

In attesa di un crescendo nei tre episodi conclusivi, restiamo con la speranza che i semi piantati in questo blocco centrale di transizione diano i loro frutti.

Trovate tutte le informazioni sulla serie nella nostra scheda.

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