Gli Anelli del Potere 1x03, "Adar": la recensione
La recensione dell'episodio 3 de Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, intitolato Adar e disponibile su Prime Video
La recensione dell'episodio 3 della prima stagione de Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere, disponibile su Prime Video
Númenor
Nonostante il titolo degli episodi preferisca puntare i riflettori sul misterioso capo delle forze degli orchi (una scelta che forse sarebbe stata più adatta per l’episodio venturo?), il vero protagonista dell’episodio è il regno insulare degli uomini dell’ovest, il favoleggiato Númenor. Qui la produzione flette i muscoli e gioca bene le sue carte, consapevole che la “prima volta” in cui il leggendario regno viene visto ed esplorato deve lasciare il segno e suscitare maestà e meraviglia. E il tutto funge ottimamente: vivendo la rivelazione graduale del regno attraverso gli occhi dei naufraghi in arrivo, con la complicità di un tema musicale ben ispirato e con una resa visiva maestosa e soverchiante, il regno dell’Ovest prende vita e colpisce. Sofisticato e cosmopolita, ma con un’aura di antichità e leggenda che richiama i grandi regni del passato dell’immaginario collettivo, da Atlantide a Camelot, Numenor si impone subito come ambientazione per eccellenza e scenario dalle mille potenziali trame. C’è maestà e c’è potenza, ma ci sono anche arroganza e una sottile vena di corruzione, una presentazione che racchiude in nuce le vette di potenza e agli abissi tragici che ne segneranno la storia.
Elendil e Famiglia
Anche gli spettatori meno ferrati in materia tolkieniana avranno sicuramente colto l’identità della famiglia numenoreana con cui facciamo conoscenza: Elendil e Isildur, le figure storiche il cui destino si compie nel prologo cinematografico de La Compagnia dell’Anello. Abbiamo un assente “giustificato” il fratello maggiore, Anarion, ma acquisiamo una sorella inedita, Eärien. Sebbene la scelta degli attori sia indovinata e sicuramente la strada che porterà la famiglia di Elendil sulle rive della Terra di Mezzo sia ancora tutta da percorrere, le atmosfere auliche finora rese senza passi falsi dalla serie hanno un primo, lieve passo falso nelle scene di interazione familiare, dove gli scambi tra padre, fratello e sorella acquistano un sapore un po’ troppo ‘moderno’, più vicino all’archetipale famiglia americana che non a una dinastia militare dei tempi che furono. Conoscendo la strada e il destino finale che li attende, i toni sono sicuramente destinati a elevarsi, quindi sospendiamo temporaneamente il giudizio in attesa di vederli in azione più nel dettaglio.
I Pelopiedi e lo Straniero
Poco importa quanto ci sia di originale e quanto di ispirato agli scritti primigeni nella sottotrama dei Pelopiedi e dello Straniero: quello che conta è che la tribù di ‘hobbit primitivi’ si sta dimostrando degna antesignana degli hobbit della Contea che siamo abituati a conoscere. Pur in un contesto completamente diverso, la bonarietà, l’umorismo e la tranquilla ma incrollabile forza d’animo del popolo è la stessa in entrambe le ere, e ancora una volta va applaudito il legame, non sbandierato, ma solidamente presente, tra passato e futuro che le loro scene ci regalano.
La Futura Terra d’Ombra?
Iniziano a congiungersi i fili anche sul fronte delle Terre del Sud, dove un Arondir prigioniero inizia a scoprire la portata delle operazioni degli orchi e di chi li comanda. Alcune visioni rivelatrici della carta geografica e il ‘simbolo’ che ricorre in tutti e tre gli episodi sembra alludere al fatto che oltre alla vicenda già nota degli Anelli del Potere (purtroppo messa in pausa in questo episodio, da cui mancano Elrond e Celebrimbor) assisteremo anche al ‘making of’ della terra di Mordor, sviluppo che, se confermato, garantirà scene di indubbio impatto visivo ed epico.
Conclusione
Il terzo episodio continua la missione di ‘world building’ e arricchisce la trama con nuove ambientazioni e personaggi, iniziando anche a tracciare qualche punto di collegamento tra le varie sottotrame. La visione di Numenor, spettacolare e affascinante, è un’aggiunta importante e destinata ad avere un ruolo cruciale nella storia. Si continua ad avere la sensazione che il protrarsi di alcuni misteri remi leggermente contro la trama: sarebbe più facile investire nei personaggi e nelle loro missioni se certi elementi narrativi come l’identità dello Straniero, i piani degli orchi o le trame di Numenor si protraessero di meno. Come già era apparso a tratti nella prima coppia di episodi, il racconto tolkieniano è più lineare e diretto e fa raramente uso di misteri protratti o di trame che devono svelarsi nei tempi lunghi. Ma qualche passo avanti è stato fatto, ed è auspicabile che man mano che ci si inoltra nella storia, i misteri e i cliffhanger lascino gradualmente spazio a sviluppi più epici e diretti. Il viaggio, almeno per ora, continua ad affascinare e stupire.
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