Shut Eye 1x01 "Pilot": la recensione
La nostra recensione dell’episodio pilota della serie Shut Eye, disponibile su Hulu
Un po' come per Breaking Bad, Shut Eye narra di un mondo oscuro e violento dominato da un vero e proprio gangster gitano di nome Fonzo, interpretato in maniera piuttosto macchiettistica da Angus Sampson e dalla sua ancor più pericolosa madre (Isabella Rossellini), ma a differenza della serie con protagonista Bryan Cranston, in Shut Eye si fa più fatica ad affezionarsi ai personaggi i cui scopi, soprattutto dopo che Charlie scoprirà di avere acquisito questo incredibile dono, sono tutt'altro che meritevoli. L'uomo infatti deciderà di usare il suo "potere" solo ed unicamente per scopi lucrativi e per cercare di derubare quanti più clienti possibili e cercando di liberarsi dal legame ricattatorio che lo lega alla famiglia di zingari da cui il suo lavoro è sempre dipeso. In particolare, la vittima di Charlie della sua manipolativa moglie, sarà una donna molto ricca, già vittima in passato di un medium che l'ha derubata di molti soldi, la quale finisce ingenuamente nella rete degli Haverford. La parte della serie che risulta più interessante e che è chiaramente frutto di un'attenta ricerca da parte degli autori, è il modo in cui questi finti medium studiano e puntano i loro più ricchi clienti, per riuscire ad estorcere loro quanti più soldi possibile, attraverso pedinamenti, l'uso della della tecnologia o di quella che sia chiama "prima lettura", un vero e proprio studio dei propri clienti che permette a Charlie dalla loro postura, dal modo di parlare o da ciò che dicono, di raccogliere tutta una serie di informazioni utili al proprio lavoro.
La serie creata da Les Bohem e prodotta da Mark Johnson e Melissa Bernstein (Breaking Bad, Rectify) rende - come dicevamo - tuttavia difficile al pubblico creare quello stesso tipo di connessione emotiva che show come Breaking Bad sono riusciti ad instaurare poiché, nonostante l'eccellente performance di Donovan, non c'è nulla del suo personaggio a cui sia possibile appigliarsi umanamente per farselo davvero piacere, per quanto Charlie sia un uomo affascinante nasce come perdente e diventa poi un cattivo per un fortuito caso ed il modo in cui userà il suo potere lo renderà persino umanamente più riprovevole. Lo show stesso sembra non capire bene da che parte voler stare eticamente, come se non prendesse mai davvero posizione, imponendo così allo spettatore di seguire gli eventi senza esserne mai davvero coinvolti, mostrando tutta una serie di antieroi ed antieroine commettere, puntata dopo puntata, azioni sempre più meschine e il tutto senza che essi mostrino l'ombra o l'idea di rimorso. Come Breaking Bad ha, nel passato, magistralmente insegnato, anche il personaggio peggiore ha bisogno di un lato nascosto umano perché il pubblico provi nei suoi confronti un minimo di empatia, cosa che in Shut Eye non avviene praticamente mai.
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