Shrek - E vissero felici e contenti, la recensione
Shrek si ritrova catapultato in un mondo profondamente diverso e in cui i suoi amici non lo riconoscono più. Arrivati al quarto capitolo, la stanchezza la fa da padrone, così come la mancanza di idee originali...
Recensione a cura di ColinMckenzie
Titolo Shrek - E vissero felici e contentiRegiaMike Mitchell
Voci originali
Mike Myers, Cameron Diaz, Eddie Murphy, Ian McShane
uscita25-08-2010La scheda del film
Chi segue da tempo Badtaste, saprà che non sono mai stato un grande fan di Shrek, neanche dei primo e sicuramente migliore episodio. Troppo facile l'ironia, piena di riferimenti e citazioni, che è presente in questa serie, mentre i personaggi non mi sono mai sembrati (parziale eccezione, ovviamente il film originale) ben tratteggiati.
Purtroppo, si è scelta questa seconda opzione, optando per modelli precisi. Il riferimento più evidente è La Vita è Meravigliosa (e quindi, per forza di cose, anche Ritorno al Futuro 2), in cui vediamo un futuro cupo dovuto alla mancata presenza del protagonista nel mondo e tra i personaggi che abbiamo imparato a conoscere. Peccato che Frank Capra, più di sessant'anni fa, si poteva permettere di essere molto più coraggioso e dark dei realizzatori di questa pellicola.
Ovvio che non sia difficilissimo trovare qualcosa da salvare. Qualche battuta di Ciuchino, l'apparizione del 'nuovo' gatto con gli stivali e soprattutto la 'battaglia' d'amore tra Shrek e Fiona. Ma il tutto non produce una vera tensione e una preoccupazione per la sorte dei protagonisti, perché neanche per un attimo abbiamo il dubbio che le cose possano andare veramente male. D'altronde, se prima di stravolgere gli eventi l'unico personaggio che si approfondisce è Shrek, come fare per preoccuparci degli altri? E aggiungiamo che nel film dilagano un moralismo e una lezioncina didascalica talmente palesi da far ormai dimenticare lo spirito anarchico del primo capitolo.
Per concludere, il 3D della pellicola è sicuramente uno dei migliori in circolazione negli ultimi mesi e conferma il fatto che Katzenberg e soci lo sappiano utilizzare bene. L'unica perplessità generale (ma qui siamo nel campo dei gusti personali) è quanta voglia si abbia di continuare a vedere oggetti che ti arrivano addosso o personaggi in primo piano che escono dallo schermo rispetto allo sfondo. E' veramente il cinema del futuro? Continuo ad avere i miei dubbi e a non crederci troppo...