Shooter 1x01 "Pilot": la recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota della serie Shooter, in onda sulla USA Network

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Spoiler Alert
Dopo che la serie è stata rimandata ben due volte quest’anno, a causa di drammatiche sparatorie avvenute negli Stati Uniti, prima a Dallas e poi a Baton Rouge, Shooter debutta finalmente su US Network con l'episodio pilota. Tratto dall'omonimo film con protagonista Mark Wahlberg e ispirato al romanzoUna pallottola per il presidente (Point of Impact) di Stephen Hunter, lo show - con protagonista Ryan Phillippe - è tutto quello che ci si sarebbe potuti aspettare, soprattutto se avete avuto modo di vedere la pellicola con Wahlberg.

Shooter racconta la storia di Bob Lee Swagger, un pluridecorato cecchino dei Marine con più di 120 uccisioni all'attivo, il quale - dopo essere stato ferito da un altro tiratore scelto ceceno di nome Solotov in una missione in cui perde la vita il suo amico e spotter Donnie (cioè l'uomo che aiuta un cecchino a preparare un tiro calcolando tutta una serie di variabili), - decide di ritirarsi a vita privata. Il primo incontro del pubblico con Bob Lee avviene mentre è nei boschi per una battuta di caccia, durante la quale salva da un paio di bracconieri un meraviglioso esemplare di lupo, appare subito evidente come l'uomo, nonostante tutte le missioni, le uccisioni e le tragiche esperienze, sia una persona perfettamente centrata e senza apparentemente alcun accenno di di disturbo post-traumatico da stress causato dal suo difficile lavoro e dalle impegnative esperienze. Al di là della discutibile abitudine di raccontare alla figlia le sue missioni militari trasformandole in una sorta di favola della buonanotte, Bob Lee appare un uomo con i piedi ben piantati per terra, che ama la propria patria, la propria famiglia e la sua incredibile collezione di armi da fuoco che tiene gelosamente custodita in un capanno poco lontano dalla bellissima casa che condivide con l'amata moglie e la figlioletta.

Sono proprio queste caratteristiche che probabilmente lo fanno scegliere dal suo amico ed ex collega e Marine, il capitano Isaac Johnson (Omar Epps), per una missione che - ovviamente - gli cambierà la vita. Johnson gli rivela infatti che Solotov ha inviato una lettera minatoria al Presidente degli Stati Uniti, promettendo di ucciderlo da lì a 20 giorni e che il Presidente stesso ed i Servizi Segreti hanno bisogno del suo intervento per entrare metaforicamente nella testa del cecchino, capire quale sia il suo piano e sventarlo. Dopo un iniziale ritrosia e spinto anche in parte dalla moglie che gli consiglia di pareggiare i conti con il suo avversario ceceno, Bob Lee finirà per accettare la missione che gli viene assegnata e, con l'aiuto dei Servizi Segreti, che gli spediranno addirittura la micidiale arma modificata da Solotov con cui tenterà di uccidere il Presidente, trascorrerà i 20 giorni che lo separano dall'attentato studiando ogni possibile posizione dal quale il cecchino potrebbe portare a termine la sua uccisione, comunicando infine le sue conclusioni a Johnson. Il giorno dell'attentato, tuttavia, Bob Lee si renderà conto di aver commesso un errore di giudizio e, nel vano tentativo di salvare la vita del Presidente, corre verso l'origine degli spari, trovando sul luogo un fucile ben piazzato con l'unico scopo di incastrarlo per la morte del Presidente. Ci vorrà poco, per una persona abituata a fare rapidi ragionamenti come lo è lui, a rendersi conto di essere nei guai, poiché in quei 20 giorni non ha fatto altro che girare per la città scegliendo la posizione più efficace da cui Solotov avrebbe potuto sparare, dando così l'impressione, grazie alle mille telecamere che lo avranno ripreso, che la mente dietro l'assassinio sia proprio lui.

La serie, tranne per il particolare della famiglia, non sembra discostarsi quindi dalla trama del film ed il personaggio interpretato da Ryan Phillippe sicuramente reagirà alla minaccia contro la sua stessa vita e la sicurezza della propria famiglia, come il combattente che è. Shooter si conferma in sostanza il genere di show che può attrarre per le stesse ragioni per cui può anche repellere. C'è sempre una certa morbosa curiosità su che tipo uomo possa essere quello che, nello spazio di un secondo, può decidere della vita e della morte di un altro essere umano, come può incuriosire la meccanica dietro al gesto del tiro perfetto: l'attesa, i calcoli, il vento, l'umidità dell'aria, la rotazione della terra, il battito del cuore che rallenta, il fiato trattenuto ed infine lo sparo e la morte ed è proprio su molti di questi aspetti che l'episodio pilota si sofferma, tralasciando - almeno per il momento - la questione morale, che per un soldato si riduce però spesso all'obbedire ad un ordine, qualunque sia la missione che gli viene assegnata. Sarà certamente interessante, nei prossimi episodi, scoprire di chi Bob Lee potrà fidarsi in quella che già si prevede una complicata situazione che coinvolgerà i Servizi Segreti, il Dipartimento della Sicurezza Interna e l'FBI, tutti pronti a fare dell'eroe Bob Lee Swagger la vera vittima designata.

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Il secondo episodio di Shooter andrà in onda negli Stati Uniti martedì 22 novembre su US Network.

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