Shipwreck - Naufragio, la recensione

Abbiamo recensito per voi Shipwreck - Naufragio, miniserie AfterShock di Warren Ellis e Phil Hester

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Shipwreck - Naufragio, anteprima 01

Chi conosce bene Warren Ellis sa che c'è una costante quasi sempiterna, nelle sue storie. Il complotto, il mistero, qualcosa di grande, enorme e sotterraneo che schiaccia e opprime l'individuo. Può prendere tante forme: intrigo politico, piano mistico e cosmico, manipolazione mentale, esperimento da scienziati pazzi.

In qualche forma, è presente anche in Shipwreck - Naufragio, miniserie AfterShock realizzata assieme al disegnatore Phil Hester, che racconta il viaggio allucinane del dottor Shipwright: brillante scienziato dal passato avvolto nella nebbia, lo troviamo in un mondo arido e bizzarro a vagare in un deserto fatto di luoghi vuoti e popolato da personaggi fumosi, dagli scopi poco chiari e dalle personalità quantomeno enigmatiche.

Anche Shipwright è ammantato di mistero, ma il suo scopo è manifesto. Sta cercando il fantomatico signor Isham. Era con lui quando il volo sperimentale che Shipwright dirigeva e comandava è andato male. Il velivolo su cui viaggiavano si è avvitato. Sabotaggio. Secondo il dottore, Isham è il colpevole. Tutti morti tranne loro due, e Shipwright ha tutta l'intenzione di vendicarsi.

Il problema è che il mondo attorno a lui è davvero troppo bizzarro. Pochissima gente, panorami allucinati, persone che si comportano in modo inspiegabile e un senso di minaccia e di incertezza che lo insegue, lo tormenta. Sarebbe sensato pensare che no, non è affatto sopravvissuto al viaggio, al volo. Shipwright è morto e questo è il suo inferno, oppure è il sogno febbrile e delirante del coma, della narcosi appena prima della morte. Poco cambia.

Shipwreck - Naufragio, anteprima 02

Senonché, il viaggio in questione non aveva nulla di normale. Scienziato di un Pianeta Terra morente, Shipwright stava guidando il primo salto interdimensionale della storia, alla ricerca di un mondo alternativo, di una via per traslocare sette miliardi di anime verso una speranza di sopravvivenza. Dovevano essere la squadra di esplorazione non di un altro mondo, ma della Terra di un altro universo. Forse, il viaggio ha avuto successo, fino al tradimento di Isham. Semplicemente, la Terra su cui è naufragato Shipwright è più bizzarra di quanto previsto.

Con questo dubbio nel cuore del personaggio e davanti agli occhi del lettore, Ellis ci trascina attraverso un'avventura a metà fra lo psicologico e il fantascientifico, fra l'intrigo politico e il thriller emotivo.

Iniziamo con il dire che il lavoro di Hester è davvero notevolissimo. C'è grande sapienza narrativa per immagini, in Shipwreck, che trova spazio per esprimersi nella costruzione delle tavole, spesso ibride, con scene da splash page, dal valore spesso espressivo e simbolico, affiancate da vignette sequenziali che illustrano azione e movimento. Il risultato è un racconto visuale di grande atmosfera e in grado di convogliare in maniera potente le ansie, la rabbia e la frustrazione del protagonista.

Quel che meno convince di questo fumetto è il lavoro di Ellis. Il maestro britannico non è nuovo a questo genere di risultati contraddittori. Il livello della sua scrittura e dei suoi dialoghi è sempre notevolissimo, ma la chiarezza si perde molto presto e la storia diventa, a un certo punto, impossibile. Shipwreck - Naufragio giunge al termine senza che noi si sia compreso chi sia davvero il protagonista, chi siano i comprimari e cosa vogliano, chi siano gli antagonisti e perché.

Shipwreck - Naufragio, anteprima 03

Intendiamoci, non c'è assolutamente nulla di male nell'essere enigmatici, nel lasciare le cose avvolte nell'incertezza, nel mistero e nell'indeterminatezza. Il problema è farlo a seguito di quella che sembra la costruzione di un'architettura, chiudere ciò che, per quanto sotterraneo e nascosto, sembra destinato a chiarirsi con un finale affrettato, poco comprensibile e dal significato oscuro.

Non è la prima volta che Ellis, invece di costruire un'opera simbolica e lucidamente caotica con coerenza, sembra puntare troppo in alto con l'ordito e la trama della storia, per poi trovarsi senza soluzioni praticabili al proprio arco e terminare il racconto in maniera insoddisfacente.

Shipwreck ci sembra uno di quei casi. Peccato, perché il talento di Ellis nel dar vita a mondi interessanti e nel catturare la nostra attenzione è sempre quello, intatto, dai tempi di Excalibur, il fumetto con cui chi vi scrive lo ha conosciuto e ha imparato ad amarlo. Ma ci lascia sempre l'amaro in bocca, quando le trame che ordisce in segreto restano avvolte nella nebbia non per scelta espressiva, ma per pigrizia e mancanza di soluzioni brillanti. Come, ahinoi, ci dà l'impressione in questo caso.

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