Shin Megami Tensei IV: Apocalypse è un seguito migliore del suo predecessore - Recensione

La nostra recensione di Shin Megami Tensei IV: Apocalypse, seguito del quarto capitolo della serie di Atlus

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Con l’incredibile successo internazionale riscontrato dagli spin-off Persona, quella di Shin Megami Tensei è diventata una serie di secondaria importanza e relegata per lo più all’ambiente portatile. Atlus non ha però smesso di infondere qualità nella sua opera la quale ha quindi continuato a risultare meritevole di attenzioni anche con un comparto grafico solo parzialmente poligonale. Dopo un buon quarto capitolo che in Europa s’è fatto attendere fin troppo a lungo, giunge con soli tre mesi di distacco dal lancio americano il suo seguito diretto, Shin Megami Tensei IV: Apocalypse, che nonostante l’inedito protagonista promette di essere comunque ricco di riferimenti al suo predecessore.

Come di consueto accade nei prodotti legati al brand Shin Megami Tensei, anche in Apocalypse avremo a che fare con una catastrofe imminente ad opera di divinità malvagie alle quali poco importa del destino del genere umano. A dare man forte al cadetto cacciatore Nanashi, protagonista dell’avventura, non giungeranno però soltanto compagni umani, ma anche fantasmi e demoni di ogni tipo, i quali si faranno strada in una Tokyo post apocalittica per salvare il mondo e l’universo intero. Se nello scheletro del plot non vi è nulla di particolarmente innovativo o inedito, è nella caratterizzazione del party e degli antagonisti che possiamo individuare i maggiori sforzi compiuti dal team di sviluppo. I vari personaggi che si alterneranno sul piccolo schermo delle nostre console possiedono ognuno caratteristiche peculiari e ben delineate, andando così a costituire un cast eterogeneo e per niente scontato.

[caption id="attachment_165511" align="aligncenter" width="400"]Shin Megami Tensei IV: Apocalypse screenshot Shin Megami Tensei IV: Apocalypse - screenshot[/caption]

Sotto il versante del gameplay la direzione intrapresa da Atlus non è stata quella di stravolgere ciò che aveva realizzato nel precedente capitolo, quanto piuttosto partire da esso per porre rimedio ai vari difetti evidenziati dalla fan base nonché espanderne ed esaltarne i pregi. L’esplorazione utilizza una formula più moderna e meno frustrante, con la presenza dei nemici direttamente nel dungeon di turno e senza quindi ricorrere all’arcaica pratica degli incontri casuali, la world map possiede una struttura stilizzata come da tradizione e gli scontri rigorosamente a turni e con un grande focus su debolezze e resistenze di ogni soggetto in campo.

"non appena si inizieranno ad accumulare un discreto quantitativo di ore si noteranno numerosi accorgimenti introdotti per rendere il gioco un prodotto nettamente migliore del suo predecessore"

Se ad una prima occhiata tutto sembra essere rimasto invariato rispetto a Shin Megami Tensei IV, non appena si inizieranno ad accumulare un discreto quantitativo di ore si noteranno numerosi accorgimenti introdotti per rendere il gioco un prodotto nettamente migliore del suo predecessore. Innanzitutto Atlus ha reso più efficiente il sistema dei companion, che ora avranno un ruolo di maggior peso durante gli scontri e una differenziazione dei compiti più ampia; sotto il profilo dell’interfaccia utente poi sono state apportate numerose modifiche e migliorie volte a rendere l’esperienza generale più intuitiva e semplice. Un esempio è il sotto-menu delle fusioni dei demoni, ora dotato di un sistema di ricerca più efficiente, o l’indicatore di destinazione nella world map, che pone rimedio alle indicazioni spesso poco chiare del predecessore.

I companion tuttavia hanno un ruolo per lo più marginale durante gli scontri: i veri protagonisti saranno ancora una volta i demoni reclutati nel corso dell’avventura, i quali dovranno essere gestiti, allenati e fusi con estrema attenzione se si vorrà aver la meglio contro il nemico. Un sistema che ha molti elementi in comune con il franchise Pokémon, il quale si ispirò proprio alla serie Atlus sotto molteplici punti di vista. Anche il sistema di negoziazione e reclutamento è stato rivisitato in meglio mentre abilità e magie hanno subito un ribilanciamento volto a rendere più coinvolgente il livello di sfida. Tante modifiche, accorgimenti e migliorie che non hanno stravolto la struttura originale ma ne hanno appunto corretto i difetti ed esaltato i pregi.

[caption id="attachment_165510" align="aligncenter" width="400"]shin-megami-tensei-iv-apocalypse-screenshot-1 Shin Megami Tensei IV: Apocalypse - screenshot[/caption]

Ciò che non è stato pressoché toccato sono le componenti più riuscite e brillanti del prodotto datato 2013. Il sistema di quest presenta una grande quantità di missioni, tra principali e secondarie, le quali assicurano una buona varietà al titolo grazie ad un vasto range di obiettivi. Il comparto visivo vanta poi un buon livello qualitativo, questo grazie ad un’astuta alternanza tra esplorazione 3D in terza persona e scontri 2D in prima persona. Il vero fiore all’occhiello dell’intera produzione è però la ricercata direzione artistica, che come in ogni produzione Atlus propone al giocatore una cura per il design di personaggi, mostri e location quasi maniacale. Apprezzabile inoltre il taglio più dinamico e cinematografico di scene d’intermezzo e dialoghi, così come risulta particolarmente riuscito il comparto audio, ricco di brani vecchi e nuovi e dotato di un doppiaggio in lingua inglese tutto sommato piacevole.

Atlus e giochi di ruolo è un’accoppiata che non delude mai e Shin Megami Tensei IV: Apocalypse ne è l’ennesima conferma. Conscio dei difetti del precedente capitolo, il team di sviluppo ha lavorato alacremente per migliorare l’esperienza di gioco riuscendo perfettamente nell’obiettivo che si era prefissato. Non si tratta di stravolgimenti alla formula base del titolo quanto piuttosto di correzioni e migliorie che ne hanno esaltato i numerosi pregi ed eliminato molti dei difetti. Apocalypse è quindi un gran bel gioco di ruolo, che riesce perfettamente nell’intento di coinvolgere il giocatore grazie ad un cast di prim’ordine e ad un gameplay impegnativo ma al contempo appagante.

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