Sherlock Holmes - la recensione

Agli appassionati dei romanzi di Conan Doyle forse non andrà a genio, ma lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie è un grande blockbuster di natale, ben confezionato e con un ottimo Robert Downey Jr...

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Recensione a cura di Andrea Francesco Berni

TitoloSherlock Holmes
RegiaGuy ritchieCastRobert Downey Jr., Jude Law, Mark Strong, Rachel McAdams 
Uscita25 dicembre 2009
La scheda del film

Andando a vedere Sherlock Holmes, due sono le posizioni che si possono assumere davanti a questa nuova versione delle avventure del celebre investigatore privato: da un lato, pretendere totale aderenza al personaggio e alla visione di Sir Arthur Conan Doyle, dall'altro prendere il film per quello che è e accettare che le "licenze poetiche" prevarranno, per vari motivi (primo tra tutti quello commerciale).

Non essendo un fan dei romanzi originali, né della figura in sè di Holmes (nonostante conosca, come tutti, i topòs principali del personaggio), ho preferito vedere il film senza aspettarmi una certa aderenza. E me lo sono goduto.

Sherlock Holmes è un popcorn movie ambientato nella Londra di fine ottocento, e come tale funziona a meraviglia. Un blockbusterone di natale che non osa più di tanto (semplicemente perché non ha bisogno di farlo) e affida tutto ai dialoghi brillanti, a un ottimo cast (sia di attori che di tecnici) e a una regia decisamente curata, soprattutto per quanto riguarda le atmosfere. Guy Ritchie si avvale poi di espedienti stilistici (in parte mutuati da esperienze precedenti, vedi Snatch) da non sottovalutare, come l'uso - per una volta non l'abuso! - del ralenti come mezzo di caratterizzazione del personaggio utilizzando scene d'azione per farlo (il sogno di qualsiasi produttore di Hollywood).

La storia, un giusto mix di elementi presi dai romanzi, totalmente rielaborati e attualizzati per un moderno action movie (con riferimenti alla massoneria e al soprannaturale), prende il via con Watson che lascia il "coinquilino" Holmes dopo essersi fidanzato ufficialmente: il modo giusto per inserire un elemento di drammatizzazione (che crea addirittura un leggerissimo sottotesto gay, se vogliamo) allontanandosi dalla visione tradizionale dei due investigatori. L'intero film è costruito sulla tensione tra i due, e sul pericolo che possano allontanarsi l'un l'altro.

Ma la vera caratterizzazione arriva dal lavoro degli attori, e qui non si può non citare l'ottima prova, ancora una volta, di Robert Downey Jr., che costruisce un Sherlock Holmes ossessivo, calcolatore, sicuro di sè ma anche estremamente acido (da ricordare la scena al ristorante), chiaramente dedito all'uso di stupefacenti, anche se meno asessuato di quanto appaia nei romanzi. Anche Jude Law riesce a mostrare un Watson combattuto tra la passione per il proprio lavoro con Holmes, l'amore/odio che ha per il suo socio e la tanto agognata vita "tranquilla" con la fidanzata. E se a Mark Strong dobbiamo un villain inquietante al punto giusto (ma assolutamente bidimensionale), purtroppo la nota negativa del cast è Rachel McAdams, evidentemente troppo poco briosa per interpretare la maliziosa Irene Adler. 

In tutto questo, colpisce la ricostruzione della Londra di fine ottocento: ottima la fusione tra scenografie reali e digitali (la CGI si integra piuttosto bene, cosa che capita raramente in film di questo tipo), così come l'aspetto cupo e sporco della fotografia di Philippe Rousselot, e i riferimenti chiaramente steampunk nella direzione artistica - il tutto accompagnato dalle coinvolgenti musiche di Hans Zimmer.

Anche guardando il finale (decisamente aperto), appare chiaro che la Warner Bros. ha tutta l'intenzione di trasformare questo nuovo Sherlock Holmes in un franchise: decidete voi se dargliene la possibilità comprando o meno il biglietto durante queste vacanze, tenendo presente che se siete fan accaniti dei romanzi, forse l'idea di uno Sherlock investigatore/eroe d'azione intelligente potrebbe non andarvi proprio a genio...

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