Sheltered - Prima dell'apocalisse voll. 2 - 3, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo e il terzo volume di Sheltered - Prima dell'apocalisse, serie scritta da Ed Brisson e disegnata da Johnnie Christmas

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Come afferma l’Islandese nel noto dialogo con la Natura scritto da Giacomo Leopardi e contenuto nelle Operette Morali, la natura è matrigna, crudele e indifferente. L’infelicità che caratterizza l’esistenza umana nasce proprio dall’assegnazione arbitraria di quella sensazione insaziabile di piacere che è dannosa e pericolosa per ogni essere vivente. Contestualmente è da temere la potenza stessa della natura, entità così grande e imprevedibile che genera incertezza e preoccupazioni. In questo scenario di paura e angoscia, un gruppo di survivalisti decide di creare un villaggio nella Contea di Norfolk, ribattezzato Safe Haven; un luogo in cui costruire bunker, tunnel e centri di stoccaggio armi e alimenti per sopravvivere a un’imminente eruzione vulcanica.

L’impianto sociale e organizzativo del campo viene però stravolto dal gruppo più giovane, gli adolescenti, che, per assicurarsi una maggiore possibilità di salvezza, decidono di uccidere tutti gli adulti e assumere il comando delle operazioni. A capo di questa rivolta Lucas, leader carismatico e sicuro di sé, in grado di catturare l’attenzione di tutti e spingerli a compiere un gesto folle, estremo, di una violenza inaudita. A fronteggiarlo troviamo la giovane Victoria, spalleggiata da Haley, costrette a vivere e operare nell’ombra dopo essere state accusate ingiustamente dell’omicidio di Chirs.

La situazione a Safe Haven inizia a precipitare quando alle porte del campo arriva un camion che deve consegnare dei pannelli solari. Riuscirà Lucas a tenere a bada l’instabilità e l’emotività di un gruppo di ragazzini che giocano a fare gli adulti, o la naturale tendenza alla disgregazione e al caos si diffonderà come un morbo e infetterà quest’amorfo organismo?

Ed Brisson e Johnnie Christmas ci prendono per mano per condurci tra le paure della società contemporanea attraverso la caratterizzazione dei singoli personaggi di Sheltered. Ognuno di loro si fa portavoce di quelle fobie che, partendo dal Millennium Bug e passando per gli attacchi terroristici, le crisi economiche ed energetiche, stanno rendendo il nostro quotidiano ancor più carico di ansie e tensione, cosa che non può non sfociare che nella violenza. Pur rispettando i canoni della narrativa apocalittica, gli autori ci offrono un saggio di come questo genere possa offrire ancora qualche spunto originale e stimolante, capace di catturare l’attenzione anche del lettore più prevenuto. L’isolamento, la perdita di riferimenti etici e morali, vivere in una perenna condizione di paura, trovano spazio nei quindici capitoli che compongono quest’opera alternando fasi concitate ad attimi più intimisti che hanno il compito di rendere ancora più straziante il dispiegarsi degli eventi.

Alla fine della lettura non possiamo non complimentarci per l’abilità e l’intelligenza di Brisson e Christmas dimostrata in fase di scrittura. Abili nella gestione delle diverse fasi emozionali del racconto, in un continuo saliscendi di azione e introspezione durante i quali la storia scorre ora adrenalinica e ansiogena, ora cadenzata e struggente, con i giusti tempi, in maniera riuscita e finalizzata al giusto sviluppo della trama; abili nel riuscire a mantenere sempre alta la tensione e gestire questo caravanserraglio di ragazzini; intelligenti nel mantenere la giusta lunghezza della serie, senza abusare ulteriormente di uno schema narrativo vincente, senza incorrere nella ridondanza avrebbe trasformato in un limite per la fruibilità della stessa.

Tutti questi espedienti narrativi concorrono alla perfetta riuscita del volume che risulta vincente sia sotto l’aspetto dello storytelling che della caratterizzazione dei personaggi. A conferire ulteriore spessore al tutto, gli autori si lanciano in un’acuta e puntuta analisi del movimento survivalista, in un’operazione di esplorazione e approfondimento di un fenomeno che sempre si sta allargando sempre più. Molto spesso Brisson e Christmas filtrano alcuni comportamenti attraverso una lente parodica che nell’esasperazione degli atteggiamenti compie un’operazione di satira finalizzata a evidenziare le contraddizioni interne.

Come nel capolavoro del premio Nobel William Golding, Il Signore delle Mosche, uccisi i riferimenti etici e morali (i propri genitori) i ragazzi sono liberi da ogni vincolo e vivendo in un contesto chiuso e claustrofobico come Safe Haven lasciano emergere alcune paure ancestrali del tutto irrazionali che metteranno a repentaglio l’esistenza della comunità stessa. Non manca, nei capitoli finali, una frecciatina a quel gusto del macabro, alla ricerca della nuova tragedia da spolpare che da anni ha invaso la televisione e prolifera ulteriormente attraverso i social network.

I disegni di questi due volumi, ad opera di Christmas, che ha contribuito anche ai testi, confermano l’impressione positiva lasciata in precedenza. L’artista è abile nel ricreare quella componente ansiogena e carica di tensione che caratterizza il racconto. Il tratto è volutamente scarno e abbozzato, perde in linearità quasi a enfatizzare attraverso le immagini quell'annichilimento di umanità cui sono protagonisti Lucas e la sua banda; in alcuni frangenti riacquista invece una compostezza formale che sfocia nel grottesco, adattandosi alle variazioni stilistiche della storia. Le tinte scure e gli interni angusti sono affiancati da paesaggi privi di ogni dettaglio, che li ricondurrebbe alla realtà, e dominati dal grigio, che accentua la condizione non definita dello spazio circostante. La composizione della tavola è volutamente libera lasciando che le vignette si susseguano ora fitte ora più dilatate, sempre funzionali allo sviluppo della narrazione.

In conclusione, Sheltered è una bella miniserie, ricca di azione, thrilling e suspense, capace di apportare nuova linfa a un genere che tanta diffusione sta riscuotendo in quest’ultimo periodo. La lettura di questi tre volumi scorre agevole e ben presto ci si trova dinanzi a un finale che definire spiazzante è poco. Con un sorriso sardonico inizierete a guardarvi intorno, e, una volta posato il libro inizierete a cercare un bunker in affitto. Narrativa a fumetti che non può non essere letta.

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