She-Hulk: Attorney at Law 1×09, “Chi è la protagonista?”: la recensione

She-Hulk: Attorney at Law chiude la prima stagione nel modo più inaspettato possibile, rovesciando le regole del MCU

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La recensione del season finale di She-Hulk: Attorney at Law, episodio intitolato Chi è la protagonista?, disponibile su Disney+

She-Hulk: Attorney at Law è stata una serie che ha senza dubbio fatto parlare molto di sé. Talvolta in positivo, come l’ottima puntata della scorsa settimana, mentre altre volte in negativo, come nell’episodio numero sei, dove Jennifer Walters è costretta ad andare al matrimonio di una sua vecchia amica. Quel che è certo, però, è che lo show non ha mai cambiato direzione. Nata come una legal comedy, questa prima stagione di She-Hulk è rimasta coerente fino alla fine, dimostrando anche una grande conoscenza del personaggio ideato da Stan Lee e John Buscema.

Insomma: la serie si è dimostrata un prodotto non per tutti i palati, capace di far sorridere alcuni spettatori e di lascare completamente indifferente altri. Fortunatamente non c’è scritto da nessuna parte che un’opera debba convincere tutti, anche se essa fa parte di uno degli universi narrativi più commerciali di sempre. Un universo che è spesso stato criticato di appiattire le proprie opere in modo da soddisfare il palato di più persone possibile, ma che con She-Hulk e con il recente Licantropus sembra aver trovato una nuova direzione.

Sono passate ormai nove settimane dall’inizio della serie ideata da Jessica Gao e finalmente siamo riusciti a vedere il finale di stagione. Un finale folle, caotico e strampalato, ma allo stesso tempo coerente, carismatico e geniale. Tutti i dettagli nella nostra recensione.

COERENZA NARRATIVA

Le ultime settimane per Jen non sono state una meraviglia. Le hanno rubato il sangue iniettato dai raggi gamma, il ragazzo con il quale usciva ha smesso di risponderle ai messaggi e un folle gruppo di hacker di nome Intelligencia ha mostrato un filmato di un suo rapporto sessuale durante la sua premiazione come “avvocatessa dell’anno”. La reazione di Jen? Fare esattamente quello che avrebbe fatto suo cugino Bruce: diventare verde e spaccare tutto. La verità, però, è che Jennifer Walters non è suo cugino e che la cosa che gli riesce meglio di rompere non sono auto o armature Hulkbuster, bensì la quarta parete.

Ecco che, quindi, l’episodio diventa una folle giostra sul mondoMarvel, uscendo dagli schemi sotto tutti i punti di vista. Una follia narrativa che, per alcuni, potrebbe aver vanificato gli episodi precedenti, ma che per noi ha dannatamente senso. Prima di vedere la puntata in questione non avremmo mai pensato che i Marvel Studios avessero il coraggio di fare qualcosa del genere, giocando con la metanarrativa in questo modo. Puntata dopo puntata, invece, Jen ha parlato sempre più con il pubblico, facendo notare le ingenuità narrative del Marvel Cinematic Universe e, infine, giocando con esse.

Lo sappiamo che alcuni di voi sono rimasti confusi da quanto visto, ma fidatevi: She-Hulk doveva essere rappresentata in questo modo. La metanarrativa e la rottura della quarta parete fa parte del suo DNA e lamenterasene sarebbe come criticare la presenza delle personalità multiple in Moon Knight. Nei numerosi fumetti scritti da John Byrne, Jen accartoccia vignette, strappa le pagine ed esce per parlare direttamente con i suoi autori. Un elemento perfettamente integrato con il lessico dei fumetti e che qui viene trasportato con altrettanta perizia all’interno del mondo di Disney+ e del MCU. 

UN CAST DI TUTTO RISPETTO

Ormai lo stiamo ribadendo da più di due mesi: Tatiana Maslany è una Jennifer Walters perfetta. L’attrice canadese è riuscita a dare vita a un personaggio dolce e delicato, ma che nasconde un’energia unica. Non vi nascondiamo di essere rimasti inizialmente perplessi dalla scelta di casting voluta dai Marvel Studios, eppure ora non riusciamo a pensare a una Jen differente da quella che abbiamo avuto.

Discorso molto simile anche per tutti gli altri attori presenti nello show, anche se ammettiamo che avremmo voluto vedere emergere maggiormente le doti recitative di Jameela Jamil. Tim Roth, invece, si conferma estremamente carismatico, capace di conquistare il pubblico con pochi sguardi e con la sua sola presenza in scena.

Discorso a parte, infine, per la CGI, che rimane scadente in più punti e che risulta ancora più fastidiosa se si pensa alla qualità di alcune opere del passato. Ci è bastato rivedere L’Incredibile Hulk per poter fare dei confronti con le recenti comparse del Golia Verde. Comparse che, siano esse al cinema o in TV, ne escono duramente sconfitte.

Poco importa, però, se gli effetti speciali non ci hanno fatto gridare al miracolo. Poco importa se alcune puntate sono risultate meno interessanti di altre. She-Hulk: Attorney at Law è una serie che ci ha genuinamente divertito e che dimostra la passione degli autori per il personaggio della Casa delle Idee. Una serie che, nel caso non abbiate visto, vi invitiamo a recuperare per farvi una vostra personale idea e per evitare di assomigliare troppo a quell’Intelligencia che sempre più sembra si stia diffondendo anche nel mondo reale.

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