Shazam! Furia degli dei, la recensione
Al secondo film Shazam! Furia degli dei conferma quanto di buono visto nel primo, anche troppo, creando un film uguale
La recensione di Shazam! Furia degli dei, al cinema dal 16 marzo
Shazam! - Furia degli dei parte dal presupposto più classico possibile: se il film precedente ha raccontato l’origine di un gruppo di supereroi ora questo lo metterà in crisi per cementarne gli ideali e la fiducia in sé. Questa versione molto familiare di una Justice League, composta da fratelli e sorelle, è cinema per ragazzi dei più classici, fatto di prime cotte, aspirazioni, piccoli segreti che qualcuno si vergogna a confessare, aspettative per grandi domani delle più grandi e conflitti tra i maschi. Cinema per ragazzi fatto bene, si intende, ma non così bene da poter essere anche buono per tutti. Qualcosa da dire ce l’ha, al di là della sua storia, difficilmente però può interessare chi non è nell’età adatta e difficilmente può scatenare quelle sensazioni in chi l’età l’ha superata.
Non è solo questo però. A fronte di un ottimo ritmo e un generale centrato senso da high school americana che dà al film un piacevolissimo andamento, è evidente una certa stanchezza realizzativa dal fatto che le soluzioni umoristiche sono quasi sempre le stesse. Se non è la sfrontatezza di Zachary Levi (la cui versione super del protagonista è inspiegabilmente completamente diversa, nel carattere e negli atteggiamenti, da quella reale) è la costruzione di un crescendo epico annunciando con una sentenza solenne che poi regolarmente non arriva, anzi è tradito da uno stacco di montaggio che ci mostra l’opposto: presentare i protagonisti come i migliori e poi farli vedere mentre si comportano da ragazzini. A oltranza.