Shangri-La, la recensione
Abbiamo recensito per voi Shangri-La, graphic novel di Mathieu Bablet pubblicata da Oscar Ink
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Siamo così… piccoli. Sì… non siamo nulla…
Lo sfruttamento scriteriato delle risorse energetiche e la pericolosa avanzata di governi xenofobi e guerrafondai hanno spinto l’umanità verso l’estinzione. Il persistere di queste condizioni – unitamente all’inquinamento, al riscaldamento globale e alla cementificazione selvaggia del territorio – hanno reso la Terra un luogo inospitale e costretto le poche migliaia di superstiti a cercare salvezza nello spazio.
Seguiamo l’investigazione di Scott, protagonista dell’affascinante graphic novel di Mathieu Bablet intitolata Shangri-La, pubblicata da Oscar Ink. In questa difficile missione, Scott è affiancato da suo fratello Virgile, dai compagni di viaggio Nova e Ӓicha, nonché dall’animoide (animali antropomorfi creati dall’uomo) John. Le risposte trovate lungo il cammino pongono Scott e i suoi amici di fronte a scomode verità che offrono all'autore la spunto per lanciarsi in un’analisi puntuta sui modelli sociali e, più in generale, sulle dinamiche che legano chi governa e chi è governato.
Le persone non riescono più a definirsi per quello che sono ma per quello che hanno.
Come in ogni opera di fantascienza che si rispetti, le impressionanti cattedrali spaziali, le astronavi e le armature rappresentano solo lo splendido abito con il quale vengono agghindati i temi portanti della vicenda. Nel cuore di Shangri-La troviamo la storia di uomini e donne vittime di macchinazioni ordite da chi si trova nella stanza dei bottoni. Il parallelismo tra la colonia e la nostra società capitalistica è immediato e perfettamente camuffato da Bablet che, sebbene decida di spostare il racconto secoli nel futuro, adatta al meglio la degenerazione dell'attuale sistema socio-economico globale.
Secondo l'autore, anche la Scienza sta generando un corto circuito dalle conseguenze devastanti. Ecce homo!, liberatosi da valori etici e da una morale dettata dalla religione: forte del suo intelletto, l'essere umano si sostituisce a Dio diventando l'artefice del proprio destino. Lo spirito superomistico è in realtà una maschera con la quale celare un gioco perverso votato alla conservazione del controllo sulle masse. In questo scenario machiavellico anche la resistenza – dopo la religione, le ideologie e la vita stessa – perde il proprio valore simbolico per diventare una pedina nell’eterno gioco di potere.
La lettura procede piacevolmente grazie all’indubbia abilità dell’autore di creare pathos, accentuato dai continui colpi di scena che scandiscono la vicenda. Pagina dopo pagina, la verità si fa sempre più agghiacciante, la violenza – così come l’azione – inizia a prendere il sopravvento e a mostrarsi in tutta la sua devastante ferocia; a questo punto del racconto, il tratto da realistico e ricco di dettagli si trasforma si sposta verso lidi più cartoony e grotteschi, conferendo grande espressività ai protagonisti ed esasperando la determinazione, la rabbia, le paure e la vacuità di una generazione soggiogata dal consumismo. Il connubio è ardito, forse atipico per il mercato della bande dessinée, ma perfettamente centrato e funzionale al tipo di racconto impostato.
Il risultato è un fumetto sublime, lussuoso nel suo grande formato e ammaliante con le sue architetture spaziali, le geniali soluzioni progettuali, le navicelle e tecnologie di ogni sorta.