Shadowman vol. 1: Riti di nascita, la recensione

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Shadowman è il quinto dei titoli del rilancio Valiant dopo X-O Manowar, Harbinger, Bloodshot e Archer & Armstrong, (iniziato negli States nella primavera del 2012) e proposto finora in toto da Panini Comics.
Il personaggio creato da Jim Shooter, Steve Englehart e David Lapham nel 1992, ha fatto parte di diritto del gruppo di testate rappresentative del ritorno in grande stile della casa editrice americana sul mercato. Shadowman come le altre quattro collane sopracitate, ha riscosso un ottimo riscontro da parte del pubblico statunitense, segnalandosi con il numero 1 come l'albo più venduto dopo quelli delle corazzate Marvel e DC.
Questo volume raccoglie il primo arco narrativo firmato da Justin Jordan (Green Lanter New Guardians) e Patrick Zircher (Trinity of Sin Pandora). Un debutto non facile anche per un affermato team creativo come questo. Il fumetto ha infatti ispirato l'omonimo videogame di culto Shadow Man prodotto dall'Acclaim Entertainment e vanta una lista di autori passati del calibro di Steve Ditko, Garth Ennis, Rags Morales e altri ancora.
Il genere è una commistione di supereroico e horror-fantasy. Jack Boniface è un giovane che è ancora ignaro dei suoi poteri e della sua seconda personalità, quella di Shadowman, in grado di trasformarlo in un potente guerriero, nemico di demoni e minacce paranormali. Grazie all'aiuto del saggio Dox e dell'aitante Alyssa verrà introdotto all'altra dimensione, conoscerà la Zona Morta e la responsabilità e il peso che il suo nuovo ruolo implicano, un fardello portato da altri paladini del bene prima di lui.

Shadowman vol. 1: Riti di nascita include il ciclo iniziale che introduce i terrificanti avversari del protagonista, l'inquietante Mr. Darque e il suo fedele servo, il brutale e disgustoso Mister Twist. Jordan e Zircher rielaborano per i lettori le origini del personaggio, per quella che si presenta come una testata nuova di zecca. La trama è godibile e fluida, anche se piuttosto prevedibile, mentre i disegni di Zircher si attestano su di un buon standard di merito e restituiscono un'icona dei comics americani molto accattivante, la più originale e magnetica, almeno esteticamente parlando, di tutto l'Universo Valiant.
La Panini ha intrapreso e sta offrendo un'alternativa allettante ai suoi supereroi Marvel e a quelli dell'onorata concorrenza DC, i prodotti Valiant finora usciti sul nostro mercato hanno dimostrato buoni livelli di intrattenimento e qualità anche se non sarà facile scalfire il seguito transgenerazionale conseguito in Italia di icone quali Spider-Man e Batman.

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