Shadowhunters 1x10, "Mondo Capovolto": la recensione

Distaccandosi dai romanzi d'origine, Shadowhunters offre al pubblico uno dei suoi episodi migliori, in cui rispolvera il topos della realtà alternativa

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A pochi giorni dal suo - non scontato - rinnovo per una seconda stagione, Shadowhunters ci sorprende con un episodio che segna una netta linea di demarcazione rispetto al pastone insapore propinatoci sinora: trattasi di Mondo Capovolto che, come suggerisce il titolo, rispolvera il caro vecchio topos della realtà parallela cara a tante serie (Star Trek, Doctor Who, Lost, Fringe, Awake ma anche prodotti non prettamente fantascientifici come il recente Penny Dreadful), calandolo con diligenza e coerenza in un contesto fantasy che, sinora, aveva lasciato vagamente a desiderare, complici effetti speciali e visivi più volte a un passo dallo scadente.

Va detto che né il portale aperto da Meliorn (Jade Hassouné) per consentire a Clary (Katherine McNamara) di ritrovare suo padre Valentine (Alan Van Sprang), né tantomeno l'idilliaco mondo libero da demoni e relativi cacciatori che si cela dietro il passaggio creato dal seelie sono direttamente derivati dalla saga di Cassandra Clare; tuttavia, l'elemento di novità stavolta funziona, e anche piuttosto bene. Sarà perché, in fin dei conti, la colazione quasi pubblicitaria tra Clary e i suoi genitori riporta a un clima di verosimiglianza quotidiana che la troppo fitta concatenazione di eventi di Shadowhunters aveva trascurato a lungo; sarà perché fa piacere, finalmente, vedere la protagonista affrancata dalla protezione del prode di turno, catapultata in un universo in cui nessuno è pronto a fronteggiare una lotta con un demone tranne lei; sarà per questi e altri motivi, ma Mondo Capovolto avvince, seppur con la consueta ingenuità che caratterizza la serie di Freeform.

Possiamo quindi chiudere un occhio su qualche scivolone nel macchiettismo nella caratterizzazione di personaggi come l'Isabelle alternativa (Emeraude Toubia) o qualche freddura di troppo sul tema vampirismo con protagonista Simon (Alberto Rosende), in virtù della sobrietà di Magnus (Harry Shum Jr.), circuito da un sessualmente risolto Alec (Matthew Daddario), in una versione che ci regala una boccata di ossigeno rispetto all'overdose di glitter cui lo stregone ci ha abituati. Nota di merito anche all'alter ego pavido - o, per meglio dire, umanamente terrorizzato - dello spavaldo Jace (Dominic Sherwood), in preda a una crisi di panico a seguito dell'incontro ravvicinato con un demone, neutralizzato in poche mosse da Clary.

Evento più unico che raro, almeno finora, non è solo ciò che avviene nella realtà parallela ad appassionare lo spettatore: se la parabola di espiazione di Izzy promette tensioni che speriamo non saranno allentate tanto presto, la collaborazione tra Simon e Luke (Isaiah Mustafa) è un elemento d'interesse altrettanto notevole, nel suo prendere le distanze dallo stereotipo vampiro vs licantropo che sembra ormai radicato tanto nella letteratura quanto nel cinema e nella serialità televisiva. Per una volta, quindi, la puntata si chiude lasciandoci una sincera e gradita curiosità sul proseguio della vicenda, introducendo nell'ultima scena un personaggio che potrebbe essere foriero di notizie quanto di approfondimento psicologico per i nostri protagonisti.

Shadowhunters

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