Shadowhunters 1x09, "Nuovi poteri": la recensione

Alti e bassi ma un buon grado di approfondimento psicologico nel nuovo episodio di Shadowhunters, che mette in luce i drammi di Simon e Alec

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Spoiler Alert
Grandi novità, questa settimana, per Shadowhunters: con Nuovi Poteri, infatti, la saga fantasy desunta dai romanzi di Cassandra Clare compie qualche significativo passo in avanti per coloro che sono, a oggi, i personaggi più interessanti della serie. Avevamo lasciato il povero Simon (Alberto Rosende) comprensibilmente traumatizzato dal suo nuovo status di vampiro a tutti gli effetti, e lo ritroviamo in casa propria, in procinto di saziare la sete di sangue a discapito della madre. L'intervento di Clary (Katherine McNamara) riesce a bloccarlo in tempo, e il ragazzo può recarsi all'Hotel DuMort, dove Raphael (David Castro) lo istruirà sulla gestione della nuova vita. Questa prima fase di adattamento, benché non riservi sulla carta alcun colpo di scena, offre alla serie targata Freeform l'occasione per cimentarsi in ciò che sa fare meglio (o meno peggio, fate voi): indagare la psicologia dei personaggi. Simon è, infatti, ancora scosso dalla trasformazione, avvenuta in seguito alla decisione di Clary di tenerlo in vita a scapito della sua umanità. Il prezzo per l'immortalità è, a quanto pare, qualcosa che il giovane era lungi dal voler pagare, e il rancore nei confronti dell'amica è ancora vivo. Trattandosi di uno show che ha dimostrato, in più di un'occasione, una superficialità abbastanza consapevole, ogni approfondimento emotivo che si distacchi dal semplicistico taglio con l'accetta delle psicologie dei personaggi è cosa assai gradita; inoltre, la curiosità nei confronti del nuovo Simon - certo meno macchiettistico della sua controparte umana - potrebbe costituire un motore efficace per l'altrimenti fiacca attenzione nei confronti della serie.

Benché il fatto di dover salvare Meliorn (Jade Hassouné) dalla consegna ai Fratelli Silenti sia, di per sé, un pretesto drammatico di intensità discutibile, le ripercussioni che esso ha sui protagonisti della serie è ciò che più ci interessa, non fosse altro per la frattura tra Alec (Matthew Daddario) e il resto dei suoi compagni. All'indomani della proposta di matrimonio fatta a Lydia (Stephanie Bennett), il rampollo dei Lightwood si ritrova diviso tra due fuochi: da un lato, il Conclave e le sue leggi che proteggono, alla luce del sole, l'incolumità dei propri membri; dall'altra, i suoi amici, apparentemente schierati in blocco per il salvataggio di Meliorn e, cosa più rilevante, contro la consegna della Coppa al Conclave. Se a questo aggiungiamo l'irrisolta - o meglio, rifuggita - presa di coscienza della propria omosessualità, appare evidente come il personaggio di Alec sia quello più travagliato sulla scena di Shadowhunters. Il combattimento finale tra il ragazzo e il suo parabatai costituisce, a oggi, uno dei picchi emozionali più intensi della serie, tanto per la brutale schiettezza con cui Jace (Dominic Sherwood) rivela all'amico di essere più che al corrente della sua attrazione, quanto per la decisione finale di Alec di prendere le distanze dalle operazioni segrete condotte dai suoi compagni. Sarebbe semplicistico bollare la scelta come frutto di una ripicca per l'amore non corrisposto, ma le recriminazioni del giovane nei confronti di Jace appaiono, tutto sommato, piuttosto giustificate: l'arrivo di Clary è coinciso con la crisi dell'amicizia tra i due ragazzi.

Anche per Izzy (Emeraude Toubia) si preannunciano tempi duri: la sua relazione con Meliorn e il conseguente salvataggio di quest'ultimo dalla Città di Ossa costituirà probabilmente materia d'accusa da parte del Conclave, nonché un elemento d'interesse notevole nel proseguio della serie. Stesso discorso vale per Magnus (Harry Shum Jr.), che dietro i glitter non nasconde un po' di sano dolore per l'annuncio del fidanzamento tra Alec e Lydia, prospettandoci il miraggio di una svolta meno glam e più tormentata. Poco o niente ci regala il personaggio di Clary - aggravato, come di consueto, dalla fastidiosa performance attoriale di McNamara - a parte un assai poco ispirato discorso per riunire vampiri e lupi mannari sotto l'egida del più rabberciato "volemose bene" che la tv recente ricordi. Ma basta, per il momento, a sedare gli animi, eccezion fatta per un godibile scambio di battute al vetriolo tra Raphael e Luke (Isaiah Mustafa). In tempi di crisi, ci si accontenta di poche cose; e vale non solo per creature sovrannaturali, ma anche per il pubblico, cui tocca prendere il buono che, di tanto in tanto, Shadowhunters ha da offrirgli.

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