Sfida al Presidente - The Comey Rule: la recensione
Sfida al Presidente - The Comey Rule è una miniserie "a tesi" che ha un punto di vista preciso sulla storia recente
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Nessuna storia, o almeno nessuna che vale la pena raccontare, è solo una storia. Ogni racconto, che sia basato sulla cronaca o inventato, è calato nel sistema che lo produce, nel momento storico che lo partorisce. La vicenda al centro di Sfida al Presidente - The Comey Rule, raccontata poniamo tra cinquant'anni, avrebbe inevitabilmente un sapore diverso, perché diversa sarebbe la prospettiva. Oggi, a ridosso delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, diventa il manifesto di uno sguardo contemporaneo che non ammette né freddezza né distanziamento. Una miniserie "a tesi", se questa definizione può avere un senso, che fa della familiarità ai fatti un punto di forza.
Lo sceneggiatore e regista Billy Ray si è esposto affinché la miniserie venisse trasmessa prima delle elezioni di novembre. Da subito, quindi, il progetto travalica i limiti della pura narrazione per andare a costruire un quadro che non può essere svincolato da un obiettivo esterno. Comey, interpretato da Jeff Daniels, è l'uomo integerrimo che si trova a dover assumere una posizione impossibile. Sia agire che non agire, cioè sia rivelare l'indagine sulla Clinton che non rivelarla, avrebbe delle conseguenze negative dalle quali è impossibile sfuggire. Al centro di un dubbio amletico irrisolvibile, Comey non guarda al presente, ma al futuro, non considera la singola persona, considera l'istituzione.
Se The Comey Rule ha un punto di vista chiaro sui fatti, al tempo stesso non racconta nulla di sorprendente. Ha il passo della tragedia che sfrutta il fatto che chiunque sa cosa sta per accadere. Nei momenti migliori costruisce una certa tensione, gioca sulla rabbia, ma probabilmente si rivolge ad un pubblico che ha già certe convinzioni. In questo senso è una buona miniserie, ma non rivelatoria o particolarmente illuminante. Contiene però delle tematiche interessanti, le stesse che si incarnano nella Storia nei momenti più decisivi: è giusto astenersi dall'agire? Quando un evento può dirsi "decisivo"? E come lo si misura?
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