Servant 3x09 “impegno”: la recensione

Si arriva verso il finale di stagione di Servant con un episodio che traghetta la trama, meno teso del precedente ma comunque appassionante

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Spoiler Alert
La recensione del nono episodio della stagione 3 della serie Servant, disponibile da oggi su Apple TV+

“Adesso parliamo di Dorothy”. Questo avrebbe dovuto essere il titolo di questa puntata di Servant, anche a costo di contravvenire alla regola dei nomi degli episodi "mono parola". Perché quello che prelude il gran finale è un ottimo studio del personaggio interpretato da Lauren Ambrose. È lei che da sempre affronta i cambiamenti più assurdi e incoerenti, anche se spesso è messa ai margini nelle decisioni, salvo concederle i momenti di follia e di sfogo, è sempre stata lei la protagonista della serie. Se serviva una conferma, ora l’abbiamo.

Gli uomini, soprattutto in questa stagione, sono alla stregua di servi di una regina: goffissimi e in difficoltà fanno di tutto per farla stare bene, esistono in funzione del mantenimento del segreto di famiglia. Abbiamo conosciuto Sean e Julian come il contrappunto ragionevole alle insensatezze che si svolgevano nelle quatto mura domestiche. Loro erano la “messa a terra” delle fantasie di Dorothy. 

Discesa nella follia

Una lucidità che hanno man mano perso, soprattutto Sean, buttandosi invece nella cieca fede. La loro centralità nella famiglia è stata scalfita da Leanne. Che li abbia ipnotizzati? Probabilmente. Certo è che lei li possiede, anche fisicamente. L’adolescente timida e misteriosa ora è una donna che fa l’amore, è venerata dalla sua setta, ha idee ben precise sul suo futuro. Una “figlia adottiva” che in Servant aiuta a focalizzare il tema della crescita.

Jericho è, bene o male, sempre lo stesso. Diventa grande ma non conosciamo la sua personalità presente come può esserlo quella di un piccolo bambino. La ragazza invece rappresenta un elemento horror proprio per il suo carattere in crescita, introverso eppure spietato. Nonostante viva da mesi in casa con loro non è mai stata così estranea come in questi ultimi tre episodi. 

Non le importa più di essere vista e, forse, non le è mai importato. Si concede a Julian pur sapendo che Dorothy può scoprirla semplicemente guardando le videocamere di sorveglianza. Quante volte anche nella prima stagione chi spiava non sapeva di essere visto a sua volta? Forse tutti i tentativi fatti in passato da Sean per scoprire qualcosa in più di lei erano approvati anche da Leanne stessa. 

Servant 3x09

Un episodio di transizione per Servant

Questa volta manca un po’ della forza dei precedenti colpi di scena finali. È chiaramente un momento di respiro che taglia in due il crescendo verso la decima puntata. Una pausa non così necessaria come devono averla creduto gli sceneggiatori. Si ritorna a soffrire un po’ della sindrome che spesso colpisce Servant, cioè di dilatare i misteri e la tensione fino a diventare snervante. 

Inquietantissimo è il diario su cui Leanne annota tramite disegni quello che ha vissuto (forse anche quello che accadrà?). È un altro dei tanti sistemi di riproduzione della realtà usati come meccanismo tensivo. Abbiamo parlato nelle scorse recensioni della videoregistrazione come unico prova della verità. Le video chiamate permettevano alla realtà di entrare nella casa. La memoria viene conservata poi nei DVD, sistemati con ordine vicino alla televisione, o appagamento dell’ego o forse di incertezza su ciò che è reale e ciò che non lo è. 

Per come costruisce la suspense Servant ricorda il cinema di Alfred Hitchcock. Cerca di caricare tutto di un motivo per stare con il fiato sospeso: quando Dorothy sfoglie le pagine disegnate e ne fa una fotografia si teme che immediatamente qualcuno possa comparire le sue spalle. Ed è questo un po’ il grandissimo merito di Servant: l’essere riuscito a instillare un senso di costante pericolo, a fare percepire una violenza presente e altissima, anche se di fatto non sempre ce ne sarebbe motivo. I fatti inspiegabili sono e sono stati moltissimi. Però ci sono anche molte spiegazioni razionali che dovrebbero normalizzare tutti gli incidenti, le incomprensioni, le reazioni forse un po’ esagerate ma a cui sono sempre seguite le normalissime scuse.

Il problema per lo spettatore rispetto all’andamento generale della serie è solo quello di fiducia. Quanto ancora si può pazientare prima che arrivino risposte? E soprattutto, ci saranno? Certe volte questi dubbi si sentono meno. In questo caso si riaccende parecchio la voglia di arrivare a delle conclusioni in fretta. È una buona idea quindi chiudere la serie con la prossima stagione, per non allungare troppo un brodo fino ad ora delizioso.

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