Sergio Toppi - Lo spazio dentro il corpo, la recensione
Abbiamo recensito per voi Sergio Toppi - Lo spazio dentro il corpo, edito da NPE
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Sergio Toppi - Lo spazio dentro il corpo è la quarta uscita, dopo Bestiario, della collana dedicata da NPE al genio milanese, arrivato in fumetteria quest'estate a luglio, in concomitanza con la terza edizione della Biennale Disegno di Rimini, curata da Egistio Quinti Seriacopi. Il lussuoso cartonato in oggetto, frutto anche del contributo di Angelo Nencetti con la collaborazione di Smeralda Monesi Toppi, moglie del compianto maestro, è il catalogo dell'omonima mostra ospitata all'interno dall'esposizione del capoluogo romagnolo.
È difficile aggiungere qualcosa di più alle loro parole, non solo disquisizioni tecniche ma anche testimonianze e ricordi preziosi legati all'immenso talento milanese. Ci proveremo comunque, cercando di rileggere attraverso una nuova prospettiva lo stile di Sergio Toppi, perché ce ne offrono la possibilità le splendide figure contenute nel libro, tratte da capolavori assoluti della Nona Arte, come Sharaz-de (1979, Alter alter), Il Collezionista (1983, I protagonisti di Orient Express), Blues (1990, Corto Maltese), Momotaro (2001, Il Giornalino). A queste si accompagnano illustrazioni stupefacenti scelte tra i tanti grandi personaggi della Storia ritratti dall'artista per Il Giornalino e raccolti nella collezione Sic transit gloria mundi, insieme ad alcune acqueforti dall'incredibile forza espressiva e innovatrice.
Il disegno, la sua costruzione, è il frutto di un'innata capacità visionaria e pragmatica al contempo di unire esigenze narrative e fini estetici, una dote perfezionata da una tecnica e da una finezza intellettiva pressoché irripetibili. Così, lo spazio è nel corpo, ma il corpo stesso è nello spazio. Anzi, lo spazio si fa corpo, e il corpo spazio.
Scopriamo quindi che Toppi è un antesignano della splash page nella sua concezione moderna e alternativa, quella che risponde a un'unica immagine o a una composizione di molte che si risolvono in una. La rappresentazione sul foglio per Toppi è unicum modulare, che talvolta sottende una simmetria: spesso è scomponibile in più parti che possono essere anche in vignette, ma tutte devono rispondere a una coerenza superiore e unitaria, a un obiettivo votato a canoni di indiscutibile bellezza che non deve mai tradire però la sua sequenzialità.
Possiamo dire senza dubbio che ogni tavola di Toppi è un fumetto nel fumetto, ogni pagina di un suo lavoro un'opera nell'opera in grado di raggiungere una potenza emotiva e un valore comunicativo attribuibili all'attività creativa dell'uomo soltanto quando merita di essere patrimonio da condividere e tramandare.