Senzanima vol. 3: Buio, la recensione

Abbiamo recensito per voi il terzo volume di Senzanima, intitolato Buio

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Senzanima: Buio, anteprima 01

Il corso di Senzanima proseguirà - come abbiamo appreso di recente - esclusivamente nel circuito delle fumetterie e delle librerie. Il nuovo volume della serie arriverà sugli scaffali il 6 giugno, ma chi è stato all'ultima edizione del Comicon ha potuto accaparrarsi una copia del cartonato con notevole anticipo.

La saga spin-off di Dragonero per un pubblico adulto e ambientata nel passato del protagonista - precisamente nei due anni che lo separano dall'età adulta - è giunta al terzo capitolo. La compagnia di mercenari di Greevo Senz'anima, a cui si è unito Ian Aranill, si è spostata nel regno settentrionale di Ta’-Rahs, nella capitale Merovia, attuale terreno di battaglia e di conquista dell'Impero in espansione.

Dopo Fame e Guerra, il titolo dell'albo in questione, è altrettanto eloquente e anticipa le atmosfere e il genere che emerge leggendo la storia, l'orrore. Buio, introdotto dalla sfuggente e raffinata copertina di Mario Alberti, parla di tenebra: è il fulcro di questo episodio, intesa in senso fisico, come assenza di luce, e come dimensione sovrannaturale, quale sinonimo di male superiore alle forze umane.

Luca Enoch, al soggetto e alla sceneggiatura del fumetto, ci mostra che anche l'universo di Dragonero possiede i suoi vampiri, qui noti come Signori del sangue. Sono una delle stirpi più antiche nell'Erondàr, probabilmente elfi decaduti e da tempo immemore protettori di Merovia. Contro di loro le armi convenzionali non servono a nulla, ci vuole ben altro: alchimia e magia. È l'occasione per approfondire la conoscenza dell'inquietante stregone della compagnia, dopo la fugace apparizione in Fame.

"La narrazione, sorretta da un ritmo che non conosce stanchezza, riserva al lettore più di una sorpresa."La narrazione, sorretta da un ritmo che non conosce stanchezza, riserva al lettore più di una sorpresa; non lesina in violenza e in crudeltà e ci rammenta, come finora ha costantemente fatto Senzanima, che in guerra non esistono buoni e cattivi, nemmeno quando quest'ultimi hanno zanne da lupi e paiono belve immortali.

Ai testi eccellenti di Enoch risponde l'arte del veterano Alfio Buscaglia, capace di interpretare gli scenari più variopinti e oscuri, imprimendo ai personaggi una recitazione superlativa. Il contributo policromatico di Andres Mossa si rivela ancora una volta indispensabile per la realizzazione di un prodotto che continua a esprime valori superlativi.

La scelta di Sergio Bonelli Editore di non varare la versione da edicola, che avrebbe portato il vantaggio di uscite mensili più economiche a discapito della qualità dei contenuti, ci sembra la migliore. O, almeno, finora è stata vincente, e Buio lo conferma.

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