Sentry: L'uomo dei due mondi, la recensione

Il Sentry di Jeff Lemire è una lettura soddisfacente che lascia sottopelle delle sensazioni contrastanti

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Sentry #1, anteprima 01

Dopo avervi parlato delle origini del Guardiano d'Oro del Bene firmate da Paul Jenkins e Jae Lee, torniamo al presente con Sentry, recentissima miniserie Marvel dedicata all'alter ego di Robert Reynolds, firmata da Jeff Lemire (Moon Knight), Kim Jacinto (Uncanny Avengers) e Joshua Cassara (Falcon). In Italia, Panini Comics ha raccolto le storie apparse originariamente nei cinque albi pubblicati dalla Casa delle Idee nel cartonato Sentry: L'uomo dei due mondi, offrendo ai lettori una discesa ripida e vertiginosa nei recessi più profondi e oscuri della mente dell'eroe.

Prima di tutto, occorre fare un piccolo passo indietro: dopo essere stato apparentemente ucciso da Thor nel corso del megaevento Assedio ed essere fugacemente riapparso nelle storie degli Incredibili Avengers, Sentry ha preso parte al piano di Doctor Strange volto a riottenere il ruolo di Stregone Supremo, sottrattogli da Loki. Bob conduce ora un'esistenza dignitosa: lavora in un fast food con il suo ex socio Billy Turner, alias Scout, cerca di non peggiorare i rapporti con la sua ex moglie e sfoga tutte le pulsioni relative alla sua identità eroica in un micro-universo costruito su misura per lui da Stephen Strange, in cui ogni azione non ha conseguenze sul mondo reale. Cosa succede, però, quando un equilibrio così labile viene sconvolto?

Questa storia fornisce un'interessante risposta mettendo al centro di tutto un duplice obiettivo: salvare Bob e impedire a Void di riemergere e seminare distruzione. Lemire intesse una trama che si svolge tra bisogni personali, pulsioni istintive e azioni dettate dal desiderio e in cui ogni comprimario rappresenta una sfaccettatura della psiche fragile e frammentata del protagonista. Jacinto e Cassara, entrambi colorati da Rain Beredo, mostrano ai lettori un buon equilibrio tra la dinamicità dell'azione e l'introspezione personale, restando complementari tra loro nella narrazione dall'inizio alla fine dell'opera.

"Una storia molto soddisfacente che lascia sottopelle delle sensazioni contrastanti, data la loro complessità."Per tamponare i danni e cercare di riportare Robert in carreggiata, intervengono diversi personaggi più o meno noti ai lettori, ma gli effetti delle loro azioni e delle loro parole sono decisamente altalenanti. Alla fine, l'Uomo d'Oro sarà costretto a fronteggiare in prima persona le sue paure più profonde, prendendosi la piena responsabilità di ogni aspetto della sua esistenza, sia esso legato a Sentry, a Void o a Bob. In tal senso, questo volume va a esplorare tutte le sfumature di pensiero ponderate dall'individuo più problematico ed emarginato dell'Universo Marvel: le sue contraddizioni personali non sono affatto scontate, per via dei presupposti su cui si è basata fino a oggi la sua crescita e, nonostante le posizioni potrebbero apparire inizialmente spiazzanti, restano molto solide e ben argomentate dal team creativo.

Al termine della lettura, Sentry: L'uomo dei due mondi risulta una storia molto soddisfacente che lascia sottopelle delle sensazioni contrastanti, data la loro complessità. Da quando il personaggio è stato svelato al mondo, la tensione che nasceva dallo scontro di concetti assoluti come bene e male è andata sicuramente aumentando nell'avvicinamento degli estremi, mostrando numerose zone grigie che si riassumono nel seguente interrogativo: la solitudine e la negazione del singolo sono un giusto prezzo per ottenere la sicurezza del mondo intero? La risposta sta nel lancio di una moneta, che crea una linea di demarcazione tra eroi e villain, con l'instabilità di Sentry che rappresenta quel che succede quando questa cade di taglio, restando in piedi.

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