Senna - la recensione

Vita, morte e miracoli sportivi del grande campione di Formula 1, dalla rivalità con Alain Prost e Jean-Marie Balestre, alla vita privata e ai momenti più esaltanti della sua carriera...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Senna
RegiaAsif Kapadia Cast
Ayrton Senna, Alain Prost, Jean-Marie Balestre, Frank Williams, Ron Dennis, Viviane Senna
Uscita11-02-2011 

Era facile andare fuori pista (scusate la battuta pietosa) con un documentario come su Ayrton Senna, una delle figure sportive più affascinanti e complesse degli ultimi trent'anni. Per fortuna, il documentario compie un ottimo lavoro nel presentarci il campione. Lo fa mostrandocelo come un outsider, fuori dai giochi di potere che magari favorivano altri. Il rivale, l'antagonista principale, come ben sanno gli appassionati che hanno vissuto quell'epoca, era Alain Prost.

Ma Prost ne esce in maniera equilibrata, perché ci viene mostrata anche la parte oscura e meno encomiabile del campione brasiliano, quella voglia "non solo di batterlo, ma di umiliarlo", come dice il francese, che tanti problemi gli ha causato nel corso della sua carriera. Ma forse, più che il pilota transalpino, il villain diventa Balestre, l'allora responsabile della Formula 1 (a proposito, bisognerà capire come mai questo ruolo ultimamente viene ricoperto da personalità particolari). "La migliore decisione è la mia, come sempre", dice a un certo punto questa figura wellesiana-shakespeariana.

Come spesso capita con documentari di questo tipo, la cosa fondamentale è svolgere un ottimo lavoro di ricerche e trovare materiali d'archivio di livello. In particolare, momenti di pura follia durante la trasmissione televisiva con la sua futura compagna, così come tante situazioni simpatiche avvengono grazie alla televisione giapponese.

Tuttavia, non si finisce nel ritratto agiografico, perché in certe situazioni (come il finale del campionato), le scelte di Senna vengono messe in discussione. Inoltre, emerge anche la sua devozione religiosa, un elemento importante quando Prost fa notare la sua pericolosità e il suo fanatismo, che possono portare a gravi problemi. Forse, è proprio questo uno degli aspetti più interessanti del documentario, il continuo senso di presagio e di fatalità che ci accompagna, attraverso le parole dei protagonisti e dei familiari, cosi come per mezzo di altri eventi drammatici (dei brutti incidenti, anche mortali, ad altri piloti).

Alla fine, esce il ritratto di un'altra epoca, in cui purtroppo correre in Formula 1 significava rischiare pesantemente la vita (magari sotto la pioggia, situazione in cui il brasiliano realizzava dei capolavori), soprattutto se il limite che vuoi superare è quello di Senna e non di Prost. Sarà per quello che il piacere di vedere questo sport non è più lo stesso...

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