Con il suo sesto episodio,
See prende una svolta più cruenta e oscura rispetto a quanto mostrato finora al suo pubblico. La conclusione della puntata precedente ci aveva rivelato come Maghra (
Hera Hilmar), moglie di Baba Voss (
Jason Momoa), fosse in realtà la sorella minore della regina Kane (
Sylvia Hoeks). Questa settimana, il passato da principessa reale di Maghra viene ulteriormente approfondito, sia attraverso i dialoghi tra quest'ultima e il generale Tamacti Jun (
Christian Camargo), sia tramite le rivelazioni fatte da Kane alla compagna di prigionia Cora, sia tramite un illuminante flashback che ci mostra le due sorelle al capezzale del padre morente.
Scopriamo quindi che il vecchio re aveva designato Maghra come sua erede, preferendo il suo carattere mite a quello più instabile della primogenita; il tema della fiducia e sfiducia tra famigliari sembra serpeggiare lungo tutto l'episodio, sottolineata tanto dal rapporto di Baba Voss con i figli adottivi Haniwa (Nesta Cooper) e Kofun (Archie Madekwe) quanto dal tradimento del fratellastro di questi ultimi, Boots (Franz Drameh), che non esita a intrappolarli in una gabbia che li conduce alla scoperta di un regno sotterraneo da cui sembra impossibile fuggire.
La via d'uscita dalle grotte è lo stesso ascensore, azionato da una leva, e Baba Voss si offre volontario per restare fuori dalla cella e azionarlo. In attesa di poter tornare a sua volta in superficie, il guerriero è costretto a combattere nel buio pesto, con il pubblico costretto ad aguzzare la vista tramite la debole iridescenza dei vermi sotterranei. Come già accaduto in passato,
See coglie la palla al balzo per confezionare una nuova sequenza elettrizzante, cui fa seguito un'emozionante arrampicata di Baba Voss, costretto alla scalata a seguito del guasto all'ascensore.
Contrariamente ai cliché cui la televisione ci ha abituati, in questa specifica scena di Silk tutto concorre ad acuire un senso di imminente perdita. Percepiamo il rischio palpabile di perdere per sempre Baba Voss, e ciò è indubbiamente dovuto al fatto che, giunti a questo punto della storia, la vicenda potrebbe procedere comunque anche in assenza di colui che ne è stato chiaramente indicato come il protagonista. È una vera rarità narrativa, e al regista Stephen Surjik va il plauso meritatissimo per aver offerto agli spettatori un mood emozionale cui non si è più abituati.
Nel frattempo, il traditore Boots visita Maghra nell'accampamento di Tamacti Jun, asserendo di non sapere dove siano i famigliari della principessa. Ora che sappiamo che è uno psicopatico astuto e omicida, le sue interazioni hanno assunto un'aura inquietante e sinistra. Offre quindi a Maghra i suoi servigi, promettendo di aiutarla a riaffermare la sua posizione; che sia sincero o meno, è questione che verrà certamente chiarita nel prosieguo di
See. Intanto, Tamacti Jun riceve l'amuleto della regina Kane e un messaggio che richiede un riscatto. L'episodio termina prima che Maghra possa dare una risposta all'offerta di Boots, ma la risolutezza nel suo sguardo ci porta a supporre che sarà affermativa.
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