Secret Weapons, la recensione
Abbiamo recensito per voi Secret Weapons, di Eric Heisserer, Raúl Allén, Patricia Martín e Adam Pollina
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Gli psioti sono esseri umani in grado di sbloccare capacità straordinarie. Negli anni, abbiamo visto persone sviluppare poteri telepatici, incrementare la propria forza o addirittura volare. Nell’Universo Valiant, Toyo Harada è il più potente psiota mai esistito e, prima di gettare la maschera e mostrare la sua vera natura, per anni ha aiutato le giovani leve a far emergere le proprie potenzialità.
Pochi sono stati i sopravvissuti di questo brutale evento, e sono tutti dispersi nella città di Oklahoma: Nicole “Nikki” Finch, in grado di comunicare con gli uccelli; Martin Tyus, capace di far risplendere oggetti inanimati; Owen Cho, evocatore; Avichal Malakar, dalla pelle di pietra. Un mostruoso essere è sulle loro tracce, programmato per eliminarli e assimilarne il sangue.
Dal suo rilancio, avvenuto nel 2012, la Valiant ha avuto il merito di ricreare un universo condiviso in cui, accanto alle prime donne X-O Manowar, il Guerriero Eterno e Bloodshot, hanno trovato spazio seconde linee carismatiche. Complice il coinvolgimento di scrittori affermati o esordienti di grandi prospettive, negli anni abbiamo familiarizzato con outsider divenuti in seguito protagonisti di serie di livello: Ninjak di Matt Kindt, Faith di Jody Houser e Quantum & Woody di James Asmus sono gli esempi più fulgidi della varietà di tematiche e approcci alla narrazione per immagini proposta dalla casa editrice.
In questo contesto, Secret Weapons racchiude al suo interno le peculiarità dei titoli precedentemente citati: super umani dai poteri bizzarri, lontani anni luce dallo stereotipo del protettore del mondo (un po’ come l'eroina oversize Faith), situazioni assurde condite da comprimari improponibili e bizzarri (Quantum & Woody) e testi in cui prevale una fortissima componente action, ma forti di un profondo approfondimento dei personaggi (Ninjak).
Secret Weapons è una storia di formazione in salsa fantascientifica: Heisserer è abile nell'evitare di riproporre il canovaccio delle storie di origini, e lo fa inglobando elementi di diversa natura che conferiscono molteplici sfumature emozionali a una storia solida e appassionante: si ride, si piange e si resta incollati alla lettura dalla prima all’ultima pagina grazie al riuscito mix di dramma, thrilling, gag esilaranti e la giusta costruzione di una trama che solo nel finale giunge al suo climax.
Inoltre, nel numero zero conosciamo meglio la vita di Nikki e Owen prima di entrare nei Salici e scoprire i poteri: brevi racconti ideali per empatizzare ancor di più con gli indiscussi protagonisti di questa appassionante vicenda, resa magistralmente dalle matite di Allén e Martín, che per l’occasione si occupano anche dei colori. Lo storytelling dell’artista spagnolo è perfetto per esaltare tutte le anime della miniserie, mentre le soluzioni originali adottate stravolgono la tavola, adattando anche elementi architettonici ai fini narrativi. Buona anche la prova di Pollina, che realizza vignette costruite su un’unica inquadratura frontale: una scelta ardita ma funzionale a delineare la parabola della ragazza.
L’esordio di Heisserer alla Valiant è un'operazione riuscita, e Secret Weapons è un prodotto di grande spessore, contemporaneo e fresco che lascia ben presagire per il prossimo maxi-evento, Harbinger Wars II, firmato proprio dallo scrittore americano.
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