Secret Wars 8, la recensione

Abbiamo recensito per voi Secret Wars 8, penultimo capitolo della miniserie evento Marvel Comics, firmato da Jonathan Hickman ed Esad Ribic

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"Even the end has a start" ("Anche la fine ha un inizio"), cantava il gruppo rock britannico degli Editors nel pregevole singolo contenuto nell'album che prendeva il titolo proprio da questa canzone. Se l'ottavo e penultimo capitolo di Secret Wars, miniserie evento Marvel Comics, avesse un sottotitolo, sarebbe proprio questo. Come sappiamo avendo letto le uscite precedenti, il pianeta patchwork creato dal Dottor Destino a seguito della distruzione del Multiverso Marvel perpetuata dagli Arcani, Battleworld, vive quella che è sicuramente la sua ora più buia, e forse l'ultima. Il piano di Victor Von Doom per salvare ciò che restava dall'annichilimento di tutte le realtà non è mai stato perfetto (del resto, sarebbe stato possibile?) e le crepe che abbiamo visto sin dal principio si sono espanse, andando a generare una rottura probabilmente definitiva, un vero e proprio punto di non ritorno. Ad accelerare come una sorta di catalizzatore questo processo di decadimento ci hanno pensato senza dubbio tutti i sopravvissuti di Terra-616 (l'Universo Marvel classico) e Terra-1610 (l'Universo Marvel Ultimate), i quali, giunti su Battleworld grazie a speciali scialuppe di salvataggio denominate Arche della Vita, hanno messo in moto i loro piani svolti a spodestare l'auto-proclamatosi Padre di Tutto e a liberare gli abitanti di questo pianeta dai giochi di un dio forse giusto, ma comunque dispotico e spietato.

Ma andiamo con ordine, ricapitolando quello che è successo nelle ultime ore della storia: innanzitutto, Destino ha perso l'appoggio dei suoi Baroni più potenti, come il Maestro e Apocalisse, che gli si sono rivoltati contro, scendendo persino in guerra contro di lui. Il dio di Battleworld non ha potuto contare inoltre sul suo esercito personale composto dai Thor, che si sono risvegliati dal lungo torpore della menzogna nella quale vivevano grazie alle azioni della Tonante di Terra-616, Jane Foster. Ad aizzare il popolo contro il suo sovrano, inoltre, ci ha pensato anche la velenosa lingua dell'Inumano Maximus (soprannominato "il Folle" non a caso), il quale si spacciava come il Profeta prima di incontrare la sua fine. A Doomgard, capitale di questo mondo, è dunque il caos più totale, in un drammatico tutti contro tutti.

Come se non bastasse, Thanos ha risvegliato La Cosa: altri non era (nel corso del suo letargo) che lo Scudo che si ergeva a separare i domini civilizzati di Battleworld dalle sue terre più pericolose. Il Matto Titano, inoltre, adesso comanda l'intera Onda Annihilation di Annihilus, proveniente direttamente da Nuova Xandar. Nel frattempo, Pantera Nera (che adesso impugna il Guanto dell'Infinito) ha accettato come mai prima d'ora la sua investitura di Re dei Morti, comandando un'intera orda di zombie che precedentemente popolava le Terre Morte, con il supporto del suo ex nemico Namor, il Sub Mariner.

In questo putiferio, i due Reed Richards delle due suddette realtà hanno architettato un piano (ancora avvolto nel mistero) che probabilmente sarà il classico "scacco matto" a Destino. Del resto, chi più di Mr. Fantastic può essere designato per sconfiggere quella che è di fatto, da sempre, la sua nemesi?

È difficile trovare nuove parole in grado di dire qualcosa di diverso su quanto Jonathan Hickman ed Esad Ribic hanno saputo fare con Secret Wars. Lo sceneggiatore riesce sempre a tirare fuori qualche nuovo coniglio dal suo cilindro praticamente senza fondo, inventandosi twist narrativi in grado di esaltare il lettore. Solo in questo numero abbiamo un confronto tra un Galactus "telecomandato" da Franklin Richards e una Cosa di dimensioni titaniche, oltre a un faccia a faccia da urlo tra Destino e Thanos. Il tutto, senza dimenticare la grande caratterizzazione che Hickman riesce a dare a ciascuno dei suoi personaggi, nel pieno rispetto del loro canone, ma riuscendo anche ad aggiungere nuovi elementi alla grande mitologia della Casa delle Idee. Dal canto suo, l'incredibile talento di Ribic riesce a tradurre dei testi avvincenti in tavole di ottima fattura, che sanno dare grande attenzione all'espressività dei personaggi e all'epicità della storia.

In coda all'albo sono raccolte alcune divertenti e apprezzabili storie brevi: dalla prima che si svolge nel mondo reale e racconta i dilemmi dello stesso Hickman nel lavorare a un progetto così grande e complesso, alla prospettiva di grandi autori come Eric Powell e Paul Pope su Secret Wars, in due racconti minimal con protagonisti Destino e Ant-Man.

Manca davvero pochissimo alla fine di questa miniserie, e noi non vediamo l'ora di leggerne la conclusione.

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